di Simon Larocca
14/04/2025
Nulla è reale. Tutto è lecito.
Grazie anche a questo motto entrato nella storia dei videogiochi con la raffinatezza di una stilettata al cuore, la saga di Assassin’s Creed ha consacrato se stessa e i suoi personaggi, elevandosi a termine di paragone per tutti i titoli action stealth moderni.
La seconda iterazione del franchise creato da Ubisoft, ambientata in Italia, ci regala uno degli assassini più amati e forse quello meglio caratterizzato di tutti, insieme al buon vecchio Altair. Assassin’s Creed II uscì nel 2009 per tutte le console principali, quindi anche sull’amata Xbox 360 dove ho giocato e rigiocato questo gioiello: dopo i fasti del primo capitolo che rivoluzionò il gaming poco meno di due anni prima, stavolta vestiremo i panni dell’italiano Ezio Auditore in quel di Firenze.
Ezio ci viene presentato fin dalle prime battute come un giovane scavezzacollo, più dedito alle bevute nelle taverne fiorentine e alle belle donne, preferibilmente sposate, che alla vita nobiliare imprigionato tra quattro mura di palazzo. Coinvolto dal padre negli intrighi legati all’imminente Congiura dei Pazzi, famiglia rivale che vuole prendere il potere a scapito di Lorenzo de’ Medici, Ezio scoprirà il suo retaggio di Assassino grazie alle rivelazioni dello zio che lo inizierà ai dettami del Credo, avversi alle mire dei Templari, nemici per antonomasia del libero arbitrio.
Ciò che rende Assassin’s Creed II così affascinante è anche la sua connessione profonda con la Storia: vivremo una trama nella quale Ezio si muoverà attraverso episodi ed eventi storici fondamentali soprattutto per il nostro Paese. La Congiura dei Pazzi, che vide il suo drammatico apice durante la messa nella chiesa di Santa Maria del Fiore, è solo uno di questi, tuttavia uno dei momenti più alti nel gioco vedrà Ezio battagliare con il boss finale, che non ho cuore di rivelarvi per non rovinare la sorpresa, nientemeno che in Vaticano, con la cornice a dir poco epica della Cappella Sistina! Alla faccia del politically correct di oggi, aggiungerei io!
Molti i colpi di scena, viaggiando nel tempo dal XV secolo dell’ultimo membro degli Auditore fino ai giorni nostri, nei panni di Desmond Miles e le cospirazioni dell’Abstergo e il suo più grande successo tecnologico. Mi riferisco all’Animus: grazie a essa, Desmond rivive i ricordi, le emozioni e i pensieri del suo antenato Ezio e assimila le sue abilità. Il motore grafico ci mostra una Firenze del 1476 magnifica e ricca di dettagli: ogni anfratto, via, palazzo e punto di interesse storicamente rilevante viene riprodotto fedelmente grazie ad Anvil, sviluppato proprio in casa Ubisoft e che a distanza di quasi vent’anni fa ancora il suo sporco lavoro, a mio parere.
Non appena avrete imparato a padroneggiare le doti atletiche di Ezio, scalare le guglie del Duomo, insinuarsi tra i vicoli del mercato fiorentino ed eseguire l’iconico Salto della Fede dalle vette più alte delle torri in città diventeranno parte di un’esperienza di gioco memorabile.
Assassin’s Creed II è uno di quei titoli che non ti lasciano indifferenti. Essendo parte di una saga molto complessa e a più strati, si spegne la console con la sensazione di non aver svelato tutto, che il vaso di Pandora sia molto più profondo ed Ezio-Desmond abbiano ancora tante cose da dire. Ogni rivelazione, ogni dolore, trauma ed esperienza dell’eroe tragico e martoriato dalla vita che ha scelto ne forgiano il carattere, temprano il suo spirito. Contro lo stesso Fato e gli dei, Ezio spalanca il sipario che separa la nostra coscienza, magma potenzialmente infinito, dalle scelte dettate da altri per noi, il vero male da combattere.
Siamo noi i forgiatori del nostro destino, questa è l’occulta verità celata dal motto degli Assassini. Perché se nulla è reale e tutto è lecito, allora le catene ai nostri polsi possono essere infrante e noi saremo liberi di saltare dal punto più alto, certi che ad attenderci ci sarà una balla di fieno e la gioia di vivere e giocare ancora.
Aspettando il prossimo Assassin’s Creed.
Pro
Quando un attore interpreta un personaggio in modo divino, si dice che buca lo schermo. Ezio Auditore fa di più: lo lacera con le sue lame nascoste e non possiamo che empatizzare con lui
Gameplay intuitivo e all’epoca capace di fissare uno standard come e più del predecessore
Nel 2009, una grafica del genere raramente abbelliva i titoli in circolazione: Firenze è assolutamente sublime
Contro
Pochi sono i difetti di questo titolo, come una non sempre interfaccia intuitiva nei momenti più concitati e alcune meccaniche di movimento nei combattimenti non del tutto riuscite
Il gioco è apprezzabile all’ennesima potenza solo se si è giocati al primo capitolo e si intende giocare ai successivi, vista la forte interconnessione vigente tra tutti i titoli del franchise
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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