di Simon Larocca
27/04/2025
Rufiiio. Rufiiio.
Pensare a Hook, il film di Spielberg del 1991 con l’indimenticabile Robin Williams, mi riporta alla mente la cantilena insolente del pirata nei confronti del nuovo leader dei Bimbi Sperduti.
Quello stesso anno e il successivo, poi, uscirono puntualmente svariate versioni videoludiche della pellicola hollywoodiana, titoli dalla qualità altalenante che andarono all’arrembaggio di tutte le principali piattaforme di gioco domestiche, dal NES al Super Nintendo, passando per Amiga e Pc. Ultima, ma non ultima, la mia versione preferita, quella pensata per GameBoy.
Parliamo di un titolo uscito nel 1992, quando l’onda travolgente del film si stava quasi per esaurire, ciononostante il gioco fu un successo discreto e riuscì a distinguersi dalla sua controparte arcade, rimanendo fedele allo spirito favolistico e avventuroso.
Prodotto da Ocean e considerato uno dei giochi più ardui da completare sulla portatile Nintendo (anche se quasi tutti i giochi di quegli anni erano una tortura per dita e sistema nervoso, pur essendo divertenti!), Hook ci trasporta sull’Isola che non c’è con il compito di salvare i bambini rapiti dal vecchio e arido Capitan Uncino, ancora sulla cresta dell’onda, letteralmente, dai tempi di Peter Pan ragazzo.
Ora l’eroe volante inseguitore di ombre dispettose è cresciuto: ha dimenticato la magia e la bellezza della sua esistenza precedente, tutta dolci, scherzi e vestiti striminziti di Trilli Campanellino, si è fatto una famiglia a Londra e di ciò che era e simboleggiava per i Bambini Sperduti non ha alcuna reminiscenza.
Ma si sa, il passato ritorna sempre a chiedere il conto, quindi nei panni di Peter Pan ci dovremo imbarcare in un’avventura epica: il gioco è di fatto un platform a scorrimento laterale, con la grafica a cristalli liquidi tipica della primissima versione della console portatile giapponese: parto con il sottolineare come gli sprites che definiscono Peter Pan lo fanno assomigliare terribilmente al suo secondo in comando, Rufio, un po’ per scelta e un po’ tanto a mio parere per limiti tecnici. Terza opzione: mi servirebbe un po’ di polvere magica sculettata da Trilli per aumentare la mia capacità visiva, ma mi piace pensare di no.
[ADV HOOK Game Boy]
Il gioco regge bene il ritmo vivace che nel film risultò vincente, di conseguenza le arene di gioco che affrontiamo mantengono un equilibrato livello di varietà, dalle foreste agli oceani, nuotando e saltando armati di coltello, lo stesso tra l’altro con cui Peter ritaglierà la propria sagoma dalla vela della nave pirata nella scena più iconica e conosciuta del film.
Non posso parlare di character design, perché il nostro avatar non parla praticamente con nessuno durante le missioni, limitandosi a eliminare eventualmente gli scagnozzi di Hook e persino curiose versioni piratesche di non-morti e scimmie tutt’altro che amichevoli.
Il gioco ci regala pure un momento creepy con il Game Over: partirà una breve scena in cui Peter Pan sarà costretto da un ghignante Uncino a compiere la famigerata passeggiata sull’asse di legno, per poi finire impietosamente in mare. Che ad attenderlo ci siano gli squali o il coccodrillo con la sveglia nello stomaco, nemesi del vecchio capitano, non ci è dato di saperlo e per fortuna non ci viene mostrato!
Tra un livello e l’altro, Trilli svolazzerà sui nostri schermi dispensando consigli, curandoci in caso di bisogno e fungendo da voce narrante, raccontandoci lo svolgersi degli eventi.
La trama del gioco non segue la sceneggiatura del film per ovvie ragioni, tuttavia ci ripropone in salsa Game Boy i momenti salienti della pellicola, compreso il duello finale con l’arcinemico di Peter Pan per eccellenza, il cui esito decreterà la salvezza dei Bimbi Sperduti e il ritorno alla normalità per l’Isola che non c’è e ciò che rappresenta, ovvero il rifugio dei sogni fanciulleschi.
Quelli che prima o poi tornano sempre a trovarci, bussando alle porte del nostro cuore.
Siamo un po’ tutti Peter Pan, noi che viviamo di videogiochi e non abbiamo bisogno di polvere fatata per volare via a bordo di avventure straordinarie: ci bastano console e joypad, nient’altro, per veleggiare lontano lontano.
Pro
Presenza di quasi 30 livelli all’interno del gioco, un numero piuttosto alto che aiuta la longevità del titolo in questione
Gameplay accurato e ambientazioni semplici ma che fanno il loro dovere, la vostra immaginazione farà il resto
Contro
Le musiche sono un po’ troppo ripetitive, persino per gli standard del comparto sonoro del GameBoy, forse si poteva fare qualcosa di più
Come da tradizione arcade, ci ritroveremo a superare alcuni livelli in men che non si dica, mentre per altri dovremo rimboccarci le maniche, maledire tutte le divinità dei sette mari e tappare le piccole orecchie di Trilli così che non senta i nostri improperi
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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