
di Simon Larocca
19/12/2025
Natale si avvicina, doni sotto l’albero, vecchi barbuti a cavallo di renne e il rituale scongelamento di Mariah Careh, attempata ninfa dai vocalismi eterni quanto certe trovate della Nintendo Prime, quella che conquistava i mercati con apparentemente improbabili operazioni di marketing, rivelatisi poi in qualche modo vincenti, in un mondo dove la parola osare è diventata rara.
Anche in quel fatidico Natale del 1985 gli scaffali dei negozi si riempirono di giocattoli, senza console sul viale del tramonto (qualcuno ha detto Atari?) e non conoscendo quelle pronte a conquistare il mercato d’oltreoceano: ma negli States, così come in Europa a conti fatti, a dominare la scena erano ben altri prodotti. I giocattoli che i ragazzini volevano trovare impacchettati sotto l’albero non erano artefatti di plastica con cui giocare alla tv, bensì robottoni fichissimi oppure soldati leggendari e portaerei gigantesche con cui dominare oceani inventati sul tappeto di casa in salotto.
Nintendo, per diffondere il Nintendo Entertainment System senza subire un clamoroso flop, decise che combattere i G.I. Joe e Transformers sarebbe stato controproducente, meglio agire con il cavallo di Troia più famoso di sempre nella storia dei Videogiochi: si chiamava R.O.B, e il suo ingresso in America significò soprattutto l’ingresso nella leggenda.
Gli anni che vanno dal 1983, corrispondente alla crisi dei videogiochi che colpì ogni settore dell’industria, fino a metà degli Anni Ottanta sono stati terreno fertile per coloro che seppero cogliere delle opportunità dalla debacle di colossi come Atari e non solo: Nintendo lanciò il suo NES in America con questo accessorio oggi discutibile sul piano dell’effettiva utilità sul campo, ma che servì a introdurre letteralmente la console nei negozi: il Robotic Operating Buddy, un nome che evocava vibes di amicizia e tecnologia al servizio del divertimento, era di fatto un giocattolo dotato di braccia meccaniche, ma essendo parte di un bundle, il Deluxe Set, per averlo bisognava necessariamente acquistare la console. Fa sorridere, oggi, ma all’epoca la sfiducia verso l’intrattenimento su schermo era salita vertiginosamente ai massimi livelli, sfatarla non era un compito facile: solo due giochi vennero commercializzati per il R.O.B, Stack fu il primo, poi arrivò Gyromite, un platform atipico che acquisisce un senso solo se fruito in combo con il nostro simpatico buddy.
Essendo una periferica Nintendo proprio come la mitica Zapper, anche ROB funzionava esclusivamente con i televisori a tubo catodico: con dei sensori piazzati all’interno dei suoi occhi, poteva ricevere i segnali dallo schermo e di fatto “interagire” con ciò che accadeva sullo schermo, piazzando dei vassoi di diverso colore sui giroscopi: in Gyromite, scopo del gioco era liberare il livello dai candelotti di dinamite. Con il timing corretto (e credetemi dato che l’ho giocato a iosa, non è affatto facile padroneggiare i comandi vista la loro macchinosità) R.O.B. apriva i cancelli per permettere al professore di avanzare, ecc. Gyromite si presenta ai nostri occhi con personaggi carini, il classico level design del Nes con i suoi otto bit e pochi ma azzeccati colori, cancelli (ovviamente rossi e blu come i pulsanti che Rob è in grado di premere grazie ai nostri comandi) sui quali riverserete amore e odio: la sua struttura rompicapo garantisce un livello di sfida accettabile, tutto sommato.
Come potrete immaginare, il R.O.B. ebbe vita brevissima nei negozi nonostante le buone vendite ottenute: non uscirono altri titoli e la periferica cadde nel dimenticatoio, fino a quando da semplice oggetto scenico riuscì, con il favore del tempo, l’archeologia videoludica e il sano amore dei fans, a ritrovare il suo legittimo posto nel cuore degli appassionati.
In Super Smash Bros Brawl, per concludere, potrete utilizzarlo come personaggio giocabile, e chissà che questa volta i suoi giroscopi non tornino utili per sconfiggere i vostri avversari!

Pro
Gyromite e Rob regalano qualche momento di nostalgico divertimento, poco ma sicuro
Vedere R.O.B interagire con lo schermo di un televisore a tubo catodico vi farà tornare indietro nel tempo
Obsoleto per definizione, R.O.B. fa comunque la sua porca figura come oggetto da collezione
Contro
Gyromite è sostanzialmente una demo ben impacchettata, non aspettatevi altro oltre le due striminzite modalità di gioco proposte, intense, ma drammaticamente brevi
Comandi di gioco difficilissimi, governare R.O.B. mentre si gioca a Gyromite è più frustrante di un soulslike giocato a occhi chiusi durante un hangover
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Registrati alla nostra newsletter! Grazie all'intelligenza artificiale ti faremo arrivare in casella una mail costruita a misura dei tuoi interessi.

Esplora i giochi per piattaforma
Certifica i tuoi giochi
Scopri le ultime novità
Informazioni utili