di Simon Larocca
07/10/2025
Ciao! Ti diamo il benvenuto nella grande famiglia di The Games Market e grazie per aver accettato di farti intervistare. Ogni passione nasce da lontano, di solito, in quell’epoca magnifica e suggestiva tra l’infanzia e l’adolescenza, è lì che nascono i sogni dei videogiocatori, destinati a crescere insieme a noi. Raccontaci di te! chi sei? O meglio, chi è la persona, il collezionista, l’appassionato di videogiochi che abbiamo di fronte?
Ciao!
Mi chiamo Christian, ho superato da un po' gli "anta" (dettagli non richiesti!) e mi considero fortunato per aver avuto dieci, undici anni in un'epoca irripetibile: quella in cui lo sport da strada e i primi videogiochi convivevano in perfetta armonia.
Parliamo dei primissimi anni '80, quando era chiaro che qualcosa stava cambiando per sempre nel modo di intrattenersi.
La mia prima console fu una Mattel Intellivision, scelta non casuale.
Due miei amici avevano da poco ricevuto l'Atari 2600, e quasi per sfida, in casa mia entrò l'antagonista diretto; senza saperlo, mi trovai testimone della prima vera console war della storia. Ricordo ancora quel Natale del 1982, quando convinsi mio padre a regalarmi l'Intellivision: 399.000 lire, un'enormità per quei tempi.
Da lì in poi fu un susseguirsi di esperienze: ZX Spectrum, Commodore Amiga, la prima PlayStation, poi Xbox... Alcune console mi hanno solo sfiorato, come il NES, altre mi hanno segnato nel profondo.
Oggi colleziono, studio e custodisco tutto ciò che racconta quella storia. Perché ogni console, ogni gioco, ogni confezione non è solo un oggetto: è un frammento della nostra cultura, un pezzo di memoria condivisa che vale la pena preservare.
Fare collezionismo significa mantenere una connessione profonda con il nostro passato e i giochi che abbiamo amato. Quali sono i tuoi titoli preferiti di sempre? Con le tue parole, permettici di “vedere” i tuoi scaffali e la collezione, o le collezioni, che ti rappresentano.
Per me, collezionare è un modo per mantenere viva una connessione emotiva e culturale con ciò che ha segnato la nostra società.
Tra i miei titoli del cuore ci sono pietre miliari che non smettono mai di intrattenermi.
Su Intellivision, per esempio, ho un legame speciale con BurgerTime e Beamrider - giochi che all'apparenza sembravano semplici, ma che offrivano una profondità strategica sorprendente per l'epoca.
Li ho peraltro rigiocati a distanza di 35 anni, durante il periodo del Covid: sfidando i miei figli sono riuscito a iscrivere il mio nome su Twin Galaxies come detentore dei rispettivi record mondiali. Su Amiga, ricordo Arkanoid e soprattutto Monkey Island, che rappresentava pura innovazione, creatività e una nuova forma di esperienza ludica, pur racchiusa in pochi kilobyte. Con la prima PlayStation entrai in una nuova era con titoli come Metal Gear Solid e Resident Evil.
Infine, su Xbox, Halo segnò una vera svolta: era cinema, azione e multiplayer in un'unica, straordinaria esperienza.
La collezione che sto creando conta 700 giochi gradati tra WATA, VGA, CGC e ora anche TGM, oltre a circa un migliaio non ancora gradati. Il concetto che mi guida non è la nostalgia, anzi la nostalgia è l'ultimo degli elementi.
Nella mia collezione entrano titoli appartenenti a ogni piattaforma che abbia segnato un'epoca – non solo per me, ma per la cultura popolare.
I giochi del NES e del SEGA, pur non avendoli vissuti direttamente, li ho fatti miei col tempo, con studio e passione, perché collezionare, per me, è prima di tutto un atto culturale.
Non è solo archivio ma identità, è memoria condivisa, è una lente attraverso cui possiamo leggere l'evoluzione del nostro immaginario collettivo. Il videogioco è una pietra miliare nello sviluppo della cultura contemporanea. Non solo racconta chi eravamo e chi siamo, ma contribuisce a delineare chi saremo, in un meraviglioso viaggio evolutivo che mescola tecnologia, industria, arte e pensiero.
Facendo gradare il tuo titolo, hai fatto una scelta importante e da adesso è diventato qualcosa di più, non solo come valore collezionistico. Come hai conosciuto il mondo del grading? Hai già avuto esperienze simili con altre tue collezioni, anche diverse da quelle videoludiche?
Sono collezionista di arte contemporanea da oltre vent’anni e ho conosciuto il mondo del grading nel 2019, consultando i cataloghi di Heritage Auctions - la terza casa d'aste al mondo per volume d'affari nel settore dell'arte e del collezionismo.
Fu in quell'anno che Heritage iniziò a proporre aste dedicate ai videogiochi gradati da WATA e VGA. È stato osservando quella nuova categoria che ho colto il potenziale rivoluzionario di questo mercato emergente.
Quello fu l'inizio di un cambio di paradigma: il videogioco stava entrando in una nuova fase di legittimazione, non solo come forma d'intrattenimento ma come bene culturale, forma d'arte e oggetto da collezione istituzionale.
Il segnale definitivo, per me, fu proprio quella convergenza tra case d'asta prestigiose e strumenti di certificazione professionale.
È stato in quel momento che ho capito che qualcosa era cambiato per sempre.
Non mi ha mosso solo un'ottica di investimento, ma la consapevolezza che qualcosa d'importante si stava finalmente muovendo nel riconoscere il valore del videogioco come oggetto culturale e generazionale. Vederlo custodito in una teca, cristallizzato nel tempo, ha assunto un significato profondo: è un tributo alla sua importanza storica e al suo impatto sulla società.
Sì, ho avuto esperienze simili anche in altri ambiti del collezionismo, come quello delle Card e delle VHS.
In tutti questi mondi, il grading rappresenta un punto di svolta: un modo per preservare, certificare e dare piena dignità a ciò che racconta chi siamo come società e in una maniera che ci appartiene direttamente.
Quali sono stati i motivi principali per cui hai voluto gradare il titolo che ci hai portato? Al di là degli aspetti nostalgici legati al gioco, vi sono altre motivazioni dietro la scelta di affidarti alla procedura di grading di TGM?
La scelta di affidarmi a TGM è stata ben ponderata. In TGM ho trovato, prima di tutto, un interlocutore attento, appassionato e perfettamente consapevole del ruolo culturale che il videogioco sta assumendo. In altre parole - o forse in parole più dirette - ho trovato qualcuno che condivide la mia stessa visione.
Ho apprezzato profondamente la cura con cui viene trattato ogni singolo pezzo, l'attenzione filologica ai dettagli, la trasparenza e la volontà concreta di instaurare un dialogo con la community.
Tutti elementi che rispecchiano pienamente il mio approccio al collezionismo.
Ma non sarebbe stato sufficiente, se non avessi percepito la solidità e la direzione chiara del progetto: TGM non si limita a certificare, ma ambisce a crescere, affermarsi e conquistare uno spazio credibile nel mercato e presso le istituzioni culturali. Il fatto che voglia proporsi come partner di musei, eventi e case d'asta europee rappresenta, per me, la svolta decisiva. È stato proprio questo orizzonte ad avermi convinto, senza esitazioni, che i miei giochi dovevano entrare - oltre che nelle teche WATA, VGA e CGC - anche nelle teche TGM.
Ogni gioco ha la sua storia, così come il suo proprietario, il legame che si instaura va molto oltre il semplice binomio proprietario-oggetto. Quando il titolo ti è stato riconsegnato finalmente gradato, che cos’hai provato?
Domanda che merita una risposta non superficiale.
Definirei quel momento come il completamento di un percorso: ricerca, selezione, cura, protezione.
È come vedere un frammento della cultura popolare - che per anni è stato trattato con superficialità - finalmente acquisire la dignità che merita, racchiuso in una teca che non lo separa dal mondo, ma lo colloca nel posto giusto, gli dà voce.
Provo orgoglio, perché una piccola parte di merito è anche mia e non m'importa che siano gli altri a riconoscermela, mi basta quella sensazione di gratificazione personale datami dall'essere consapevole di aver contribuito alla cristallizzazione di un pezzo della nostra storia.
Per concludere, non possiamo che farti la domanda di rito per eccellenza: quali sono stati gli aspetti del nostro servizio che ti sono piaciuti maggiormente? Grazie non solo per averci donato il tuo tempo, ma anche per aver scelto di darci la tua fiducia!
Quello che mi ha colpito maggiormente è la passione autentica che mettete nel vostro lavoro, la cura per ogni dettaglio, la professionalità e la competenza che trasmettete in ogni fase del processo.
La vostra esperienza decennale nel mondo dei videogiochi si percepisce chiaramente, così come la volontà di costruire qualcosa di solido e di valore per la community dei collezionisti. Non voglio soffermarmi troppo sulla rapidità del servizio - che comunque c'è stata - perché per me non è mai stata la velocità a fare la differenza, ma la qualità.
E la qualità, da voi, è evidente.
Dalla trasparenza alla comunicazione, dalla precisione nel grading alla visione che portate avanti.
La cura del dettaglio è forse l'aspetto che mi ha davvero impressionato più di tutti.
Grandi ragazzi, davvero. Continuate così.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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