di Simon Larocca
08/03/2025
Uno degli aspetti grandiosi, quando inizi a inoltrarti nei territori del collezionismo videoludico, è venire a conoscenza di persone che condividono la medesima passione che muove i tuoi passi: una passione nata spesso negli anni spettacolari dell’infanzia, scampoli di vita in cui tirare un calcio a un Supertele con i colori della tua squadra del cuore ti faceva sentire il nuovo centravanti della Nazionale, momenti indimenticabili dove un triplo soffio sui circuiti di una cartuccia di Asteroids poteva restituirti la possibilità di un’altra missione spaziale a difesa della Terra.
Ho conosciuto un po’ meglio Federico Salerno grazie all’intervista che state per leggere, e anche voi come me vi accorgerete alla fine che lui è uno di noi, un uomo che non ha dimenticato il ragazzo che è stato e sempre sarà, con un pallone dalle traiettorie imprendibili tra i piedi e il sogno di vivere mille avventure, proprio come il suo idolo Indiana Jones.
SIMON: Final Fantasy X. A un certo punto Yuna dice questa frase che non ho mai dimenticato: «Se lottiamo per conservare un solo ricordo, finiremo poi col perderli tutti». Penso che questo valga sia per un mondo fantasy sull’orlo del baratro, come quello del decimo capitolo della saga rpg più famosa di sempre, ma anche per il mondo del collezionismo, non credi? Non basta conservare un ricordo del “gioco che amavamo tanto da piccoli”, bisogna lottare per non perderli tutti. Federico Salerno è conosciuto per essere il fondatore di Games Collection e non solo, ma chi è oggi Federico? Per dirla alla Steve Rogers: tolta l’armatura, cosa c’è sotto? Non vale rispondere come Tony Stark!
FEDERICO: Il percorso che ho intrapreso da una vita è certamente quello del conservare i ricordi di un passato videoludico, che in realtà portano con loro un vissuto fatto di emozioni, amicizie, passioni, aneddoti e molto altro. Ma se vogliamo essere oggettivi, quello che ci portiamo dietro è pura storia, la storia dei videogiochi, di cui io mi ritengo un appassionato studioso e cultore, un po’ come Indiana Jones, giusto per citare un (mio) mito degli anni che furono. Sin da bambino custodivo i miei oggetti con rispetto, tant’è che una parte della mia attuale collezione è ancora composta dai giochi che mi furono regalati negli anni 80 e 90 e poi, dal 2000, ho cominciato a condividerli in rete, prima tramite www.federico.biz e poi tramite forum e la community di gamescollection.it.
Oggi, voltandomi indietro, rimango sempre lo stesso appassionato, solo più esperto (n.b. vecchio) e con molti più cimeli e con sempre meno spazio per conservarli, esporli e giocarli. Lo spirito è rimasto immutato, in primis la condivisione e la divulgazione, pur con un taglio scanzonato, che ben si presta al mondo videoludico. Prendersi seriamente sì, ma ricordando che stiamo pur sempre parlando di giochi.
SIMON: Games Collection ha avuto il grande merito di riunire sotto lo stesso tetto migliaia di appassionati che, prima di allora, forse esitavano a mostrare con fierezza la loro collezione di cartucce Atari e quel residuato bellico impolverato chiamato Vic20, reliquia sacra e inviolabile per quelli come noi, eppure c’è ancora oggi una nutrita schiera di “benpensanti” convinti che le prime console, gli Amiga e i floppy disk della Simulmondo (quanto li amavo!) siano solo “vecchiume” da buttare via, prima o poi. Il mondo del collezionismo è certamente cambiato nel corso dei decenni, ma l’amore è una forza che dura per sempre, o così mi piace credere. Cosa vuol dire per te amare quello che appare come un mero “oggetto”, conoscendo il valore emotivo che potrebbe instaurare con coloro che lo possiedono?
FEDERICO: Quando circa 20 anni fa, nel 2006 al Video Games History di Monza, mi chiesero cosa erano per me i videogiochi, risposi “un tunnel spazio-temporale”. Tutt’ora la penso così. Quando gioco Kiki Kai Kai affiorano subito i ricordi, vividi, di quanto nel 1987 ero in vacanza al Brallo, gli odori, i profumi, le colline, gli amici, il tennis. E’ incredibile come un videogioco possa trasportarti nel tempo, ovviamente mentre scrivo queste parole, la musichetta del primo stage e quella del boss, riecheggiano nella mia testa. Di titoli che mi fanno questo effetto, ne ho a decine.
Se gioco con l’Intellivision, il NES, il Game Boy, l’Amiga, ricordo perfettamente il momento in cui li comprai o me li regalarono, le grandi partite in solitario e con gli amici, sono tutti momenti indelebili.
La mia taverna è la mia sala giochi, la mia tana, il mio rifugio in grado di estraniarmi, se necessario, da tutto. Entro, vedo oggetti che han fatto la storia del videogioco e la storia della mia vita da appassionato, in un attimo i problemi volano via, mi chiudo nel mio mondo.
Ma con questo “vecchiume” c’è molta più inclusione di quanto i profani possano pensare, perché i ricordi sono legati alle amicizie, passate e presenti, che sono nate proprio online, condividendo su Gamescollection.it oggetti del proprio vissuto. Ed è proprio il lato umano il valore assoluto di questa passione e, senza condivisione, non sarebbe oggettivamente la stessa cosa.
SIMON: Parliamo di The Games Market e la realtà messa in piedi dal nostro Tony Stark per eccellenza, Alberto Trussardi! La sua visione, frutto di una passione smisurata per il videogioco, in particolar modo il retrogaming, deve averti coinvolto molto, da quello che mi sembra di capire. In The Legend of Zelda, c’è quel vecchietto che dice «è pericoloso andare da solo, prendi questa» prima di consegnare la spada a Link: mi piace pensare che Alberto abbia fatto lo stesso, metaforicamente parlando. The Games Market è l’eroe Link, il dungeon non è altro che il labirintico settore del collezionismo, pieno di trappole e cattivoni, e tu, Federico, sei la spada che combatte a suon di divulgazione onesta e appassionata! Che ne pensi?
FEDERICO: Penso che siamo tutti dei sani pazzi! Io e Alberto in primis. Pazzi di passione da divulgare e da vivere. The Games Market è uno strumento pazzesco, il primo che uso per “catalogare” la mia collezione che, per chi mi conosce, è sempre stata archiviata esclusivamente nella mia testa. Ora le sto dando una forma e un valore. Ma dietro a The Games Market c’è un progetto a lungo termine, che troverà sempre l’appoggio e il supporto della community di Gamescollection.it, che è coinvolta peraltro nella fase di test. Io personalmente stresso Alberto con mille richieste, molto spesso le medesime, sentendomi dare del “boomer”: pur non essendolo in senso stretto, lo sono certamente a livello collezionistico. Io, come tanti altri storici della nostra community, ho vissuto il periodo d’oro del collezionismo, quando le persone gettavano nell’indifferenziata console, computer e giochi, noi li accumulavamo, ridandogli vita e dignità. Ora il mercato è un altro, la schiera di collezionisti si è moltiplicata a livello mondiale, così come si sono moltiplicati i valori degli oggetti. The Games Market aiuta tutti gli appassionati, giovani e meno giovani, a capire dove stiamo andando e a operare delle scelte oculate in fase di acquisto di pezzi per la collezione, restando ovviamente inteso che, molte volte, si fanno pazzie senza badare ai valori, ma solo al cuore o per completare una collezione.
SIMON: Prima di salutarti, vorrei chiederti quali progetti hai per il futuro e se hai un sogno nel cassetto ancora da realizzare. Hideo Kojima, attraverso il suo più famoso avatar videoludico, Solid Snake, l’eroe che tutti avremmo voluto essere almeno una volta nella vita, disse che «costruire il futuro e tenere vivo il passato sono la stessa cosa». Hai un consiglio da dare alle persone che, come te, vorrebbero iniziare a dare valore ai loro ricordi d’infanzia trasformandoli in qualcosa di più di semplici soprammobili?
FEDERICO: I progetti per il futuro sono sempre tanti e ci saranno tante novità. Per ora coltivo la passione con il mitico Fabio Bio Massa e tutti gli amici che ci seguono su twitch. La nostra diretta la viviamo come un post cena tra amici in cui si chiacchiera e si dà voce a tanti ospiti (che spaziano da volti noti a “semplici” collezionisti come noi) per divulgare la propria passione ed esperienza. Tante persone ci scrivono per ringraziarci perché li facciamo sognare, ricordare il passato, divertire, passare un po’ di tempo senza pensieri e spesso li ispiriamo per approfondire su nicchie di giochi e console che non avevano mai conosciuto e/o considerato. Questo affetto è impagabile. A tutte le persone che ci seguono, ovviamente, consigliamo sempre di studiare la storia dei videogiochi e di utilizzare gli strumenti come The Games Market per sapere se stanno spendendo bene i loro risparmi. Purtroppo il mare è pieno di squali…
Ti ringrazio dell’opportunità e ti aspetto a casa mia per una partitona, sei sempre il benvenuto!
Ho ringraziato Federico, oltre ad accettare il suo invito senza batter ciglio! E quando accadrà, magari davanti a una birra e un cabinato di Street Fighter II, io sceglierò Vega e sarà una splendida, divertente battaglia spalla a spalla.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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