di Simon Larocca
08/04/2025
Potremmo definirla una nuova tipologia di conflitto globale, la Guerra dei Dazi che da qualche tempo a questa parte minaccia l’economia mondiale.
La questione dazi si sta imponendo all’attenzione pubblica anche qui in Europa, ma non è questa certamente la sede per fare politica, né chi scrive ha intenzione di farla, sia ben chiaro. Un bailamme di questa portata non può certo risparmiare il settore dell’intrattenimento, nel quale videogiochi, telefonia e materie prime per la tecnologia a basso costo (non così basso, in verità) potrebbero venire radicalmente ridimensionati, non soltanto per quanto concerne la mera reperibilità.
I dazi attuali sulla Cina e le aziende produttrici si attestano al momento al 20%, una cifra già di per sé allarmante che, mentre scrivo, sembra destinata ad aumentare fino al momento in cui entreranno in vigore: questo costringerà sicuramente le nazioni coinvolte ad aumentare i prezzi delle console di nuova generazione e della produzione di elementi hardware, per non parlare dell’enorme mercato della telefonia.
All’orizzonte, le nubi grigie del cambiamento radicale, e in peggio, di un mercato che già per natura è ondivago, in traballante equilibrio sull’asse della lungimiranza verso il futuro.
Negli ultimi anni gli sforzi di alcuni franchise “illuminati” hanno preso saldamente a braccetto il ritorno al supporto fisico, grazie a una campagna di sensibilizzazione, attuata dagli stessi utenti collezionisti e appassionati che infondono un valore emotivo ai loro preziosi oggetti di culto.
L’avvento dei dazi e la loro ripercussione rischia di essere distruttiva, forzando la mano delle aziende di sviluppo videogiochi e i colossi che producono e importano le materie prime necessarie per l’hardware, che tradotto significa una cosa sola: l’esodo pressoché totale di tutte loro verso il mercato digitale, di fatto smantellando per sempre il fisico e tutto ciò che è a esso legato.
Ricordiamo tutti, durante il periodo pandemico del Covid, la penuria di PlayStation 5 e gli enormi ritardi nelle consegne delle console a tutti coloro che avevano effettuato i pre-order nei negozi; si trattò di una minuscola goccia nel mare, se paragonata allo tsunami di proporzioni ben maggiori che potrebbe abbattersi da qui a poco tempo nel settore videoludico, quando i prezzi saliranno alle stelle e le copie fisiche disponibili, sia di console che di giochi, subiranno un calo vertiginoso.
Se negozi, aziende e attività legate al mercato dei videogiochi sono il Titanic, allora i dazi imposti dagli States sono proprio quello che state pensando: un iceberg solido e gigantesco, verso il quale ci stiamo andando a schiantare.
Penso a piccole realtà di sviluppo videogiochi, team composti da pochi ma appassionatissimi creativi (io stesso collaboro con un team italiano specializzato in avventure grafiche): queste sacche di resistenza videoludica genuine faticheranno a restare a galla, in uno scenario da incubo come quello che si prospetta davanti a noi.
Niente più custodie, niente più libretti con illustrazioni e contenuti speciali: mi viene in mente lo spettacolare libretto di Indiana Jones e la tomba dell’imperatore per la prima Xbox, per esempio, con tanto di mappa e appunti scritti da Indy stesso!
Il futuro che abbiamo tratteggiato non appare dei più rosei, me ne rendo conto, forse ci stiamo solo fasciando la testa prima del tempo, magari stiamo esagerando e tutto scoppierà come una bolla di sapone.
Mentre attendiamo, diamo una spolverata in più alla nostra collezione di videogiochi sugli scaffali: non sono mai stati importanti come in questo momento storico.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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