di Simon Larocca
22/02/2025
Alzo le mani e lo metto subito in chiaro: sì, il titolo potrebbe sembrare una provocazione in stile boomer, di quelle che ti fanno sorridere e scuotere la testa, ma ammettiamolo, c’è un fondo di verità che non possiamo ignorare.
Ad affermare qualcosa del genere non sono stato (solo) io, ma una serie di dati statistici elaborati dall’università di Chicago e recentemente divulgati da Consumer Reports, che come sapete e se non lo sapete ve lo dico io, è una rivista specializzata molto famosa negli Stati Uniti, la quale si occupa di sondaggi che abbracciano branche e bacini di utenza molto diversificati tra loro: negli States è emerso che il 14% dei gamers americani gioca tutt’ora a titoli del millennio scorso, ma non è questo il dato che mi ha fatto balzare dalla sedia, no di certo.
[Consumer Reports AES May 2024]
Il fatto è che utilizzano proprio i sistemi originali, prodotti, venduti e diffusi negli ultimi decenni del ventesimo secolo, e questo sì che è un dato significativo; parliamo di più generazioni di videogiocatori accomunate, nel 2025, dalla medesima passione, un rito comune, sacro, che li vede inserire cartucce, cassette o cd sui supporti di intrattenimento domestico per i quali sono stati pensati fin dall’inizio!
A pensarci bene, numeri e dati di questo tipo non dovrebbero sorprenderci più di tanto, se pensiamo che il mercato del collezionismo (parlo di videogiochi ma fra qualche riga allargheremo il discorso) non è mai stato fiorente come negli ultimi anni: milioni di appassionati che hanno stipato in modo certosino scatoloni pieni zeppi di Amiga, retroconsole impolverate e quella rarissima cartuccia di E.T per Atari 2600 sfuggita al seppellimento forzato nel deserto del Nevada si confrontano ogni giorno su forum e piattaforme dedicate (e sì, anche la nostra amata The Games Market) per rinforzare quella che non è una mera passione, ma un vero e proprio movimento ideologico, degno di rispetto.
Giocare oggi a titoli del Dreamcast, della PlayStation o dell’Intellivision significa ridare nuova linfa vitale a giochi e sistemi che hanno dato tantissimo alle vite di chi, diventato adulto, spende tempo, e denaro, a tornarne in possesso di nuovo, con un’età più consapevole sul loro effettivo valore: il comparto grafico, oggi, può apparire antidiluviano, a tratti anche risibile considerando che anche il cellulare di seconda fascia che regaliamo ai nostri anziani genitori possiede una risoluzione degna della PlayStation 3, se non meglio, quindi non è una questione di potenza grafica, non lo è mai stata.
Ed ecco spiegata la ragione del titolo provocatorio: quando giocavamo a California Games su Commodore 64 o smanettavamo con la furia di un predator a Gradius si instaurava qualcosa tra noi e i personaggi sullo schermo, i mondi di pixels e le loro luci e suoni, un qualcosa che forse oggi fatichiamo a ritrovare negli strumenti moderni, tutto qui. A conti fatti, questo sondaggio americano mi colpisce, ma non mi sorprende, e lo dico con il sorriso sulle labbra.
Ci troviamo al cospetto di un ricettacolo di ricordi e meraviglie del passato che tornano a splendere. E a proposito di meraviglie da scoprire, e qui immaginatemi con la voce profonda e affascinante di Alberto Angela, lo sapete che il 49% degli utenti presi a campione ha utilizzato attivamente, nell’ultimo anno, DVD e Blu-Rays? E se vi dicessi che al 15%, di un punto sopra i videogiocatori vintage di cui vi ho accennato prima, troviamo una bella fetta di persone che continuano a godere dei film che tanto amano grazie alle care vecchie VHS del mitico videoregistratore? Personalmente, quando ho fatto scorrere i miei occhi su questa lista, mi sono quasi commosso: in un mondo dove si potenzia la prossima tecnologia che metterà in scena automobili levitanti e robot ogni anno più simili agli androidi senzienti di Asimov, sapere che esiste una nicchia di ribelli del millennio andato che non hanno abbandonato lo sfarfallio del tubo catodico e preferiscono affrontare i livelli impossibili di Metroid e Megaman con il joypad originale del NES sulla macchina originale, beh…
Forse non tutto è perduto, per fortuna.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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