Dragon Quest I e II HD, Il ritorno alle origini di un classico!

Dragon Quest I e II HD, Il ritorno alle origini di un classico!

Nuove uscite

di Simon Larocca

26/08/2025

Il mio primo assaggio dello sfaccettato mondo di Dragon Quest non avvenne grazie a un joypad del NES, bensì tra i banchi di scuola. Fu un mio compagno a passarmi il primo numero del manga Dai-La grande avventura, un classicone che mi aprì gli occhi su come si scrive una storia capace di intrigare fin dalle prime pagine.

Le avventure di Dai fanno parte della ciclopica saga di Dragon Quest, serie di videogiochi JRPG che, insieme ai “cugini” di Final Fantasy definirono una generazione di giocatori di ruolo gettando le basi per qualsiasi RPG uscito negli anni successivi. 

Il 30 ottobre 2025, Square Enix tornerà alle origini riproponendo i primi due seminali capitoli del franchise creato da sua maestà Yuji Horii, che rappresenta per il mondo dei gdr e dei videogiochi in generale quello che Akira Toriyama simboleggia per il genere shonen nel mondo. Non a caso ho menzionato il maestro di Dragon Ball: il suo tratto è inconfondibile e infatti fu proprio lui a lavorare al character design dei mostri che invadono i dungeon e le foreste di DQ!

Ma è a Horii che dobbiamo moltissime delle componenti necessarie a ogni JRPG (ma non solo quelli di matrice prettamente orientale) arrivate a noi in epoca moderna: un eroe wannabe (‘from zero to hero’, da zero a eroe, elemento narrativo di base nei fantasy) e una minaccia globale e… sì, proprio loro: i combattimenti casuali all’interno della mappa di gioco!

Essendo rimasterizzati in HD e fedeli in tutto e per tutto alle controparti originali, uscite rispettivamente nel 1986 e nel 1987, ritroveremo tutti i pregi e i difetti che fanno parte della saga, più un bel calderone di novità per l’occasione che non mancheranno, ne sono sicuro quanto un punto di salvataggio posto proprio a ridosso di una boss fight, di generare polemiche tra old e new school.

Fermo restando che, permettetemi di dirlo, comprare un gioco di ruolo e non apprezzare per nulla gli scontri generati casualmente equivale a entrare in una pizzeria e ordinare solo un’insalatina.

Ma il pezzo forte di ogni storia che si rispetti è, appunto, la storia, l’intreccio che scaturisce dai geniali ragazzi di Chunsoft, casa di sviluppo piena di talentuosi game designer e che mi ha regalato Shiren The Wanderer, titolo non di primo pelo che consiglierei a chiunque.

Dragon Quest e Dragon Quest II costituiscono le due parti di una trilogia dedicata a Erdrick, personaggio importantissimo nella mitologia di DQ perché fu colui che liberò anticamente il regno di Alufgard e che, all’epoca delle vicende del primo capitolo della serie, è di fatto una figura venerata dal popolo e modello per ogni ragazzino che vuole aspirare alla grandezza mentre gioca con spade di legno e combattimenti immaginari contro slime e vampistrelli, tra i più iconici mostri del bestiario vastissimo che la serie offre.

Nei panni di un suo discendente, ripercorreremo di fatto i passi e le gesta dell’illustre predecessore, con l’obiettivo di ripristinare la pace nel mondo.

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Se pensate che sia troppo classicheggiante, beh, ci avete visto giusto: questo titolo e il secondo, che verranno riproposti anche su Switch 2, come già detto gettarono le basi per qualsiasi gdr a venire, DQ è in un certo senso lo stampino utilizzato da altre saghe leggendarie come Grandia, Xenogears e i più recenti Octopath Traveler e persino Persona (ci tenevo troppo al gioco di parole).

La domanda che ci poniamo tutti però è questa: basterà un restyling completo dei fondali di gioco, la grafica in pixel art rivista in HD e colonna sonora rimasterizzata a ridarci quella sensazione di epicità che si cucì sulla nostra pelle giocandoci al tempo dell’uscita? 

Saremo noi stessi a rispondere, giocando e immergendoci ancora una volta nel mondo di Dragon Quest.

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Simon Larocca

Scrittore e socio di Retroedicola Video Club

Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.

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