di Simon Larocca
10/02/2025
Per chi mastica videogiochi da tutta una vita come chi scrive, l’abitudine a non abituarsi mai davvero alle follie partorite dalla mente geniale di Hideo Kojima è diventata una condizione naturale. Personaggio che ha saputo dosare le presenze sceniche a una riservatezza che rasenta il sovrannaturale, il game designer nipponico è ammantato dalla leggenda grazie alla sua più famosa opera videoludica, quel Metal Gear Solid che ha saputo conquistare generazioni di videogiocatori con il suo perfetto miscuglio di narrativa coinvolgente, gameplay action-stealth unico e una serie di idee fuori di testa che, nelle sue mani, sono riuscite a essere accettate come coerenti (una su tutte: il modo per sconfiggere Psycho Mantis su PlayStation).
Mille traversie, degne di un poema dantesco, lo hanno fatto allontanare dalla casa madre Konami, così nel nuovo millennio le produzioni targate Kojima hanno preso una direzione ben specifica che nel 2019 con Death Stranding, sublimazione della visione kojimiana, ci hanno regalato ancora una volta qualcosa di unico.
A distanza di cinque anni è arrivato l’annuncio ufficiale che sì, è in produzione il seguito delle avventure post apocalittiche in una nazione, l’America, devastata dalle conseguenze della crisi climatica e le creature che abbiamo imparato a conoscere e odiare nelle inusuali vesti di corrieri del nuovo mondo.
Death Stranding 2: On the beach.
Questo è il titolo ufficiale diffuso da Sony e tutti i rumours precedenti sono crollati come castelli di carte: Kojima non è solito a rivoluzioni e grandi plot twist che nemmeno George Martin riuscirebbe a progettare, lo sappiamo, ma è stato bello rivedere Sam come protagonista annunciato, insieme al cast di comprimari dalla recitazione ineccepibile: il motion capture, nel precedente capitolo come in quello che arriverà in futuro (ancora non sappiamo quando), è ai massimi livelli e se il fotorealismo di Death Stranding staccava le mandibole e gratificava occhi e cuore, stiamo pur certi che con il sequel dovremo avere sedie molto comode, per goderci lo spettacolo che il buon vecchio Hideo metterà in scena per noi.
Con una grancassa mediatica notevole, Death Stranding 2: On the beach è il secondo titolo prodotto dalla “neonata” Kojima Productions e tra i nuovi personaggi ufficializzati abbiamo quello interpretato dalla bellissima quanto talentuosa Elle Fanning, oltre alle fattezze, e qui tenetevi forti, di George Miller: se non sapete di chi sto parlando e sentire le parole Mad Max non vi fa venire voglia di prendere la strada a bordo di un bolide a quattro ruote corazzato con punte di ferro, allora non siamo più amici.
Come sempre, strettissimo riserbo sui dettagli della trama: qualcosa è trapelato sul sito ufficiale della Sony e anche durante lo State of Play, ma se conoscete un minimo il personaggio in questione, aspettatevi sempre tutto e il contrario di tutto da uno come lui: leaks e voci di corridoio quando si tratta di Kojima hanno la stessa utilità di Mario in astinenza da funghi della crescita o Sir Arthur di Ghost’n Goblins in mutande. Personalmente, ritengo probabile che ci sia un mistero, se non proprio la chiave di lettura, nel sottotitolo dai toni un po’ troppo estivi e solari, considerando che lo stesso designer nipponico ha affermato che il seguito sarà ancora più cupo e veemente, a livello di emozioni suscitate e schiaffi in faccia metaforici, del predecessore.
Inoltre, stiamo parlando del creatore di Snatcher, avventura sci-fi meravigliosa, e allo stesso tempo di un dating sim (?) ambientato in una scuola frequentata da teenagers dagli ormoni impazziti: siamo davvero sicuri che tutto quello che ci verrà mostrato da oggi alla fatidica data di lancio sarà reale, o un’altra proiezione volutamente ingarbugliata di ciò che sembra ma non è?
È il bello di Death Stranding. È Hideo Kojima.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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