di Simon Larocca
28/06/2024
L'immensa produzione di genere fantasy nel campo della letteratura veleggia di pari passo con quella del mondo dei videogiochi, che fin dai tempi del preistorico Akalabeth, seminale dungeon crawler di quasi mezzo secolo fa, ha attinto dall'immaginario fantastico per ricreare mondi da esplorare, dungeon da ripulire ed eroi da idolatrare.
La storia dei videogiochi ci insegna che ibridare due o più generi, mescolandone gli elementi cardine per creare qualcosa di nuovo, ha sempre comportato due strade da percorrere: quella del successo o del dimenticatoio.
Nel mezzo, però, ogni tanto emerge qualche titolo particolarmente valido, considerato di nicchia e allo stesso tempo un must per ogni collezione: Alisia Dragoon, uscito nel 1992 e importato forse tardivamente al di fuori dei confini giapponesi, è probabilmente l'emblema di questa categoria.
Accompagnata da una colonna sonora dalle suggestioni vagamente epiche e con contrasti che ricreano atmosfere quasi malinconiche in certi passaggi (il tutto grazie anche al nome di Mariko Sato tra le fila dei compositori, pilastro incredibile della musica orientale), la protagonista Alisia si imbarca in una missione difficile e potenzialmente mortale: salvare il mondo dal ritorno di un essere tanto crudele quanto invincibile.
La versione europea, distribuita per SEGA Mega Drive, racconta l'antefatto di questa guerra millenaria con artbook ispirati e il buon vecchio manuale di gioco, ormai una reliquia ai giorni nostri dove tutto è digitale e su schermo, ma quando tanti anni fa indagai nei forum specializzati in retrogame scoprii con mia somma sorpresa che la lore originale del gioco era molto più complessa, con trame e sottotrame pregne di un senso lacerante di vendetta da consumare in stile Kill Bill, però calato in un contesto fantasy; tutte cose che vennero eliminate durante l'esportazione di Alisia Dragoon al di là dei confini giapponesi.
Il perché? Probabilmente è solo uno dei tanti misteri irrisolti, sta di fatto che il gioco sta in piedi lo stesso e lo fa con un comparto grafico grandioso, con tanto di artifici da 2,5D progettati per simulare effetti di profondità e prospettive, il tutto coadiuvato da una progettazione dei livelli che non mancherà di far piangere di gioia tutti i lettori di George Martin, ma non solo.
Echi della saga di Shannara e citazioni più o meno velate a grandi classici come Sotto le Lune di Marte e l'immancabile serie di tomi di matrice tolkeniana vi faranno balzare sulla sedia, proprio come un drago appena nato!
Caratteristiche peculiari di Alisia Dragoon, a livello di gameplay, sono in definitiva due: la prima e che balza subito all'occhio è la presenza di famigli che ci supporteranno durante la nostra avventura, aiutandoci nei combattimenti o dandoci una mano in generale.
Il bello è che non si tratta di Png fini a se stessi, né abbellimenti estetici per riempire il livello, tutt'altro. Avranno una considerevole parte attiva nel gioco, se consideriamo poi che Alisia ha a disposizione un solo tipo di attacco, eccezion fatta per le spettacolari invocazioni draconiche, possiamo capire la portata dell'importanza di questi piccoli ma utilissimi compagni d'avventura.
La seconda caratteristica importante è che il gioco ci permette di customizzare, anche se in minima parte, l'arsenale magico di Alisia e le sue mosse, con un sistema di power up paragonabile al livellamento con esperienza tipico dei giochi di ruolo di genere, ed è proprio questo tipo di componenti ad elevare il gioco dalla massa di rpg a scorrimento.
Certo, la maggior parte del tempo lo impiegheremo a saltare di qua e di là cercando di non morire troppo facilmente, tuttavia la bellezza dei livelli e il desiderio di sapere come andrà a finire la ricerca di Alisia costituiscono motivi sufficienti per indossare armatura, spada e joypad per aiutare l'indomita guerriera.
Pro
Primizia di grafica e sonoro, quel che si dice un must per ogni collezionista
La gestione, anche se minimale, dei famigli e i loro poteri aggiunge un tocco di pianificazione
Rivalutato con il trascorrere del tempo, è uno dei pochi esempi di gdr a scorrimento laterale valido
Contro
La trama leggendaria avrebbe potuto essere curata di più date le premesse, magari con qualche cut-scene tra un livello e l'altro
Come tutti gli arcade che si rispettino, curva di apprendimento crescente, per alcuni potrebbe essere un ostacolo
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Registrati alla nostra newsletter! Grazie all'intelligenza artificiale ti faremo arrivare in casella una mail costruita a misura dei tuoi interessi.