di Simon Larocca
10/09/2024
Dai tempi dei banchi di scuola fino alla proliferazione televisiva di documentari a tema e rievocazioni, la Seconda Guerra Mondiale è entrata nel nostro immaginario indossando vesti quasi epiche, al limite della leggenda: soldati dai volti tirati che tradivano coraggio e paura allo stesso tempo, spiagge conquistate dagli Alleati a suon di pallettoni e giganteschi mezzi su cingoli per le strade di Berlino alla ricerca del nemico finale.
Ispirando film e serie tv, un evento di tale portata non poteva certo passare sotto silenzio anche in campo videoludico e nel 1988 la grande N di Kyoto diede alla luce un gioco a tema, sulla sua console principe dell’epoca, ossia il NES: Iron Tank – The invasion of Normandy è una produzione targata SNK e a distanza di quasi quarant’anni ha ancora molte cartucce, scusate il gioco di parole, da sparare.
Proponendosi come uno shoot’em up a scorrimento verticale, nella più classica delle tradizioni sparatutto di quegli anni, un vero e proprio must che da cabinato veniva trasposto su console e a volte viceversa, anche se in rari casi, Iron Tank ci vede alla guida di un pesante carro armato con il nostro alter ego a capo di un’unità segreta il cui nome in codice, Iron Snake, non può che farci venire in mente il più famoso “serpente” nella storia dei videogiochi moderni.
No, non parlo del centipede acchiappa frutta, bensì dell’eroe creato da Hideo Kojima per Metal Gear Solid, tuttavia le similitudini si fermano qui: il nostro eroe blindato nel mezzo cingolato non ha nulla a che fare con lui, per la cronaca trattasi invece di uno dei personaggi apparsi in un altro famosissimo coin op arcade, quell’Ikari Warriors che mi fece scialacquare paghette settimanali con la stessa facilità con cui i gamers di oggi acquistano improbabili skin giocando a League of Legends.
L’ambientazione, come specificato fin dall’inizio, è quella storicamente conosciuta come D-day, il giorno in cui le truppe alleate sbarcarono in Normandia dando origine all’avanzata inarrestabile verso il cuore del regime nazista.
La missione di Iron Snake, che come vedremo subito dopo l’intro (parecchio simile per effetti sonori e grafica al livello iniziale di una caterva di shoot’em up di quegli anni) dovrà agire in solitaria, è quella di abbattere una torretta nemica ben specifica mentre il grosso dell’esercito statunitense si occupa di annientare le forze tedesche: gli otto bit della console vengono spremuti come se fossero arance mature e il risultato è apprezzabile, bisogna dirlo, colori sgargianti per rievocare le spiagge europee e hitbox dei colpi sparati dal nostro carro armato che fanno il loro sporco dovere.
Avremo a che fare con crucchi della peggior specie (non ce ne voglia la Germania, eh!) e blindati che non vedono l’ora di farci saltare per aria ogni istante: i livelli sono tanti se consideriamo la tipologia di questo titolo, ben 19, e si fanno sempre più tosti man mano che si progredisce, ve lo posso assicurare, mantenendo alto il livello di sfida.
Tra ponti presi d’assalto, basi nemiche con installazioni di artiglieria pesante e boschi fitti fitti dove i nemici si appostano praticamente ovunque pronti a uscire per riempirci di piombo, Iron Tank si rivela uno sparatutto fresco e tecnicamente molto valido per la macchina su cui gira, uno di quei titoli seminali che sanno mantenere ciò che promettono e di cui è difficile stancarsi tanto presto, grazie a un level design accurato e quell’azione frenetica e adrenalinica che l’universo a otto bit sapeva regalare come nessun altro.
Lo sbarco in Normandia fu un evento epocale per la storia dell’umanità, e non per fare i moralisti ma poterci giocare comodamente seduti a casa nel nostro salotto con un joypad in mano vale come rievocazione e omaggio, in un certo senso, di quegli eroi che l’hanno reso possibile.
Non male per un semplice videogioco, no?
P.S. Ovviamente un titolo difficile da recuperare soprattutto la versione Australiana della Mattel, ma guarda caso l'abbiamo in vendita!
Pro
Gameplay immediato e privo di fronzoli, livello di sfida entusiasmante
Grafica di tutto rispetto e comparto sonoro piacevolmente in linea con l’ambientazione
Se odiate i nazisti, è come mettere Indiana Jones su un carro armato!
Contro
Sparatutto esemplare, non adatto ai giocatori casuali, ma si può sempre imparare!
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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