di Simon Larocca
17/01/2025
La leggenda più famosa dei videogiochi di ruolo di tutti i tempi è probabilmente quella che conosciamo tutti: Hironobu Sakaguchi diede il titolo Final Fantasy alla sua ultima fatica videoludica perché intenzionato a smettere di creare sogni di pixel in salsa fantastica se il gioco non fosse andato bene a livello commerciale. Come tutti sappiamo, non andò così e ogni giocatore di ruolo che si rispetti, d’annata o appena approdato sulle lande del fantasy a turni e in tempo reale, ringrazia ancora oggi per questa scelta.
Ma le vie del Fantasy sono misteriose e cosparse di tracce invisibili, impregnate di mana pulsante, sulle rotte principali di trame epiche, così Nintendo, per non lasciarsi sfuggire dalle mani il franchise che nel 1987 lei stessa aveva portato sulla sua console regina (ode a te, mio indimenticato e unico NES!), decise di mettere in cantiere uno spin off che avesse le suggestive atmosfere della serie principale e una componente tattico-strategica peculiare, un approccio più ragionato che avrebbe fatto la felicità dei fan sulla reginetta portatile Game Boy Advance promosso con spot teatrali in tutti gli stati uniti e una campagna marketing molto spinta below the line.
Ed è così che nel 2003 uscì lo splendido Final Fantasy Tactics Advance, frutto della partnership tra la casa di Kyoto e la allora gloriosa Squaresoft, all’epoca una potenza nell’industria grazie a colpi di genio sia a livello commerciale che creativo come Final Fantasy VII, tanto per citarne uno a caso. Ma torniamo a Marsh e i suoi amici, i piccoli protagonisti di questo titolo che fa delle battaglie ragionate e strategiche il suo ovvio punto di forza: i combattimenti avverranno su una sorta di scacchiera sovrapposta al campo teatro della battaglia in corso.
Attraverso le nostre scelte, potremo attaccare, difenderci, usare oggetti o le numerose abilità che man mano che avanzeremo nel gioco saremo in grado di sbloccare e padroneggiare. Il gioco è ambientato a Ivalice, che i più attenti di voi ricorderanno come mondo di gioco di Final Fantasy XII (quello con Vaan, il fighetto con i capelli alla Backstreet Boys) e quel capolavoro immenso chiamato Vagrant Story di cui un giorno vi parlerò, statene certi.
Il giocatore impersona, come vi accennavo prima, Marsh e i suoi amici, l’energica Ritz, Mewt e Doned. Fin dalle prime battute e dal character design scelto per delineare i protagonisti, è chiaro che Squaresoft punta ad abbracciare un target il più vasto possibile, passando dai neofiti teenagers affamati di titoli dell’Advance fino ad attrarre i puristi della strategia, la cui carta d’identità non sarà fresca come quella dei giocatori più giovani, ma che in Tactics Advance riescono a trovare più di un motivo d’interesse.
Prima di tutto la trama: curata e sviluppata con criterio, ci appassiona fin da subito strutturando la storia con la più classica delle storyline, quella che vedrà inizialmente i protagonisti nel proprio mondo di riferimento, un bucolico villaggio idilliaco dove tutti sono amici e la cioccolata calda li aspetta ogni sera, con la neve che fiocca da un cielo sgombro da guerre e tragedie.
A proposito, iconico il tutorial del gioco che ci insegna il sistema di combattimento in una maniera così divertente e semplice, una battaglia a palle di neve tra bambini, da rasentare la perfezione.
[FFTA la battaglia di palle di neve]
Dopodiché, con il cambio di ambientazione in seguito a eventi che non voglio spoilerare (spoiler = male, non dimenticatelo mai), le cose si complicheranno non poco, i toni arcobaleno lasceranno il posto ad atmosfere tutt’altro che gioiose, dove… indovinate un po’? Sì, il destino del mondo ricadrà nelle vostre mani, ma in un modo inaspettato, legato indissolubilmente a uno dei personaggi principali.
E qui mi fermo.
L’apprendimento del combat system è graduale e incentivante, così come musiche, dialoghi e scenari riusciranno a immergervi totalmente in una storia che, a mio parere, è più che degna di fregiarsi dell’immortale titolo di Fantasia Finale.
Pro
Caratterizzazione dei personaggi in pieno stile Final Fantasy: vi entreranno nel cuore
Dungeons suggestivi e sistema di combattimento facile da capire, ma non per questo banale
Ehi, è Final Fantasy nella sua forma più pura e classica, se non lo avete ancora capito!
Contro
Personaggi pensati per un target molto diverso dagli appassionati di epic fantasy a suon di spadoni, sangue che schizza ovunque e clangore di armi affilate: non tutti apprezzeranno
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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