di Simon Larocca
02/02/2025
Di norma, il periodo che accorpa la fine degli Ottanta e tutto il decennio successivo è considerato l’epoca d’oro degli JRPG, i giochi di ruolo “alla giapponese” come vengono comunemente definiti da queste parti. Titoli peculiari che fanno dei combattimenti a turni e rigorosamente, o quasi, casuali i loro cavalli di battaglia. La verità è che il filone non è mai venuto meno con il trascorrere degli anni: l’avvento di nuove console portatili in grado di accoglierli e sublimarli, e le generazioni successive di sistemi d’intrattenimento domestico proiettati verso capacità grafiche ormai fotorealistiche, hanno ridato nuova linfa al genere, ma è vero altrettanto che, grazie al portatile e una scrittura efficace di trama e personaggi, abbiamo potuto godere di piccoli grandi gioielli.
È questo il caso della serie Golden Sun, di cui vi abbiamo già parlato qui e che con il suo seguito ufficiale, divenuto L’era perduta in italiano, ritorna di prepotenza in casa Nintendo e più precisamente sul Game Boy Advance. Uscito nel 2002 e Sviluppato da Cameloft Software Planning, conosciuti dai più giovani per la serie Mario Tennis (ma un old top player come colui che vi scrive li ama da decenni per avere dato origine alla saga ruolistica Shining Force, di cui un giorno vi parlerò!), Golden Sun 2 si pone narrativamente non proprio come un seguito, anche se riprende la storia proprio dalle battute finali del suo predecessore.
Senza fare spoiler, brutta malattia che neanche l’alchimia di Golden Sun porta via, ci ritroveremo nei panni di Felix, poco prima degli eventi che metteranno fine alla storia del primo gioco: i più attenti di voi ricorderanno forse che Felix altro non è che uno degli antagonisti visto nel primo Golden Sun, e che qui invece subisce un’operazione simile al retcon cinematografico. Quello che pensavamo essere un villain a tutti gli effetti si rivela invece ben altro: protagonista del gioco a livello “magico” è ancora l’Alchimia e il suo sistema elementale, sul quale sarà basato l’intero pacchetto di combattimento contro i nemici che si schiereranno contro di noi a ogni piè sospinto fuori dai villaggi e le città del mondo di Weyard.
Ho trovato interessante la scelta degli sceneggiatori di mostrarci il punto di vista di Felix e i suoi compagni, diametralmente opposto (apparentemente) alla visione di Isaac nel primo gioco, priva di zone grigie e forse limitata nel suo abbracciare la questione morale dietro l’eventuale scomparsa dell’Alchimia in maniera quasi fanatica.
Al contrario, Felix si rivela un personaggio decisamente più sfaccettato e, a mio parere, scritto con maggiore ispirazione. Si evince fin da subito che L’era perduta diventa l’occasione perfetta per aggiustare le falle di trama del predecessore, poche forzature ma significative, quindi questo secondo capitolo acquisisce un’importanza capitale per la saga.
Benché la struttura di gioco sia molto simile a quella del primo titolo, Golden Sun 2 amplia la trama principale con una serie di sub-quests che contribuiscono a snellire il tipico senso di pesantezza e monotonia che un gioco di ruolo ad ampio respiro rischia di portare con sé.
Certo, i fan del genere ricercano proprio questa tipologia di esperienza di gioco, fatta di dialoghi con ogni personaggio non giocante presente sullo schermo e una pletora di mostri di ogni razza e dimensione disseminati sulla mappa di gioco.
A proposito, anche in questo seguito l’architettura dei dungeon esplorabili merita un plauso, a mio parere tra i più belli per quanto concerne i titoli di ruolo rigorosamente a due dimensioni, ma come dico sempre, i gusti sono gusti, giusto?
Con la trasformazione di Felix da cattivo a buono tormentato da dilemmi morali, “L’era perduta” dimostra che è possibile raccontare una storia nuova riprendendo elementi e strutture narrative conosciute, dando così a una saga di culto, soprattutto in Giappone, una nuova vita.
Proprio come la pietra filosofale, oro lucente che nasce dal grezzo ferro grazie all’Alchimia, così Golden Sun L’era perduta è pronto a rinascere ancora oggi per i possessori di Advance in cerca di un bel gioco di ruolo.
Pro
Affascinante operazione di retcon che espande la trama di entrambi i titoli
Caratterizzazione dei personaggi principali e secondari: la connessione empatica con Felix è degna d’interesse
Dungeons belli da vedere, ostici da esplorare, cosa chiedere di più?
Contro
Incremento delle missioni secondarie: da una parte la longevità aumenta sensibilmente, ma il rischio ripetitività è sempre dietro l’angolo
Forse avremmo voluto vedere qualcosa di più innovativo nel sistema di combattimento e magia
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Registrati alla nostra newsletter! Grazie all'intelligenza artificiale ti faremo arrivare in casella una mail costruita a misura dei tuoi interessi.
Scopri tutte le console disponibili
Scopri tutte le ultime news
Scopri tutte le informazioni utili