di Simon Larocca
07/12/2024
Parlare di Moonwalker per me significa salire su una DeLorean e viaggiare indietro nel tempo, ritrovando un baule pieno zeppo di ricordi agrodolci: l'adolescenza era alle porte e i videogiochi mi facevano compagnia ogni pomeriggio dopo la scuola, così come la musica pop che cullava sogni e faceva volare via.
Michael Jackson, il Re del Pop, non poteva mancare nel mio walkman sempre a portata di mano, così come nel 1990 ogni possessore del Mega Drive non poteva lasciarsi scappare il titolo su licenza ufficiale del film, con il quale Michael Jackson sancì un dominio multimediale assoluto: musica, cinema, videogiochi.
Al di là dell'entusiasmo sull'onda del successo planetario dell'icona pop, bisogna ammettere che Michael Jackson's Moonwalker non è un capolavoro che ha rivoluzionato i platform a scorrimento laterale 2D, meglio dirlo subito: i livelli sono pochi e non spiccano per originalità, anche perché sono tratti direttamente dalla pellicola, tuttavia il nome, e le fattezze, di Michael con il suo leggendario completo bianco con cappello incluso vale davvero l'intero prezzo del gioco, come si dice in questi casi.
Il gameplay è quanto di più semplice possiate immaginare, impreziosito da alcune chicche che fecero impazzire i fan che ci misero le mani sopra: durante la partita potremo infatti far eseguire le sue mosse di danza più celebri, tra un calcio e l'altro rifilato agli scagnozzi di Mr. Big (ovviamente sempre e comunque a passo di danza!) sulle note delle sue hit, come è giusto che sia.
Ricordo anche che era possibile eseguire una coreografia corale con tutti i nemici alla fine di ogni livello, se si era abbastanza svelti e precisi nel premere il tasto della mossa speciale: forse oggi potrebbe far sorridere tutto questo, abituati come siamo a easter eggs di tutt'altro genere, ma per la legione di fan che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta seguivano il Peter Pan moderno praticamente ovunque, si trattava di qualcosa di epico!
[Stacchetto di fine livello Michael Jackson's Moonwalker SEGA Mega Drive]
Qualche cenno sulla trama, benché la struttura narrativa di per sé sia ridotta all'osso: fondamentalmente, l'eroe urbano Michael deve trovare e liberare tutti i bambini rapiti da Mr.Big e la sua banda, così da riportarli a casa dalle loro famiglie e far trionfare il bene. Fine.
Non serviva altro, a dirla tutta, per celebrare la popstar e quindi si fece il minimo indispensabile pur di giustificare l'esistenza di un videogioco a lui dedicato.
Anche il film Moonwalker consisteva in una serie di scene in cui il nostro si faceva largo a suon di musica, urletti e coreografie incredibili, trasformandosi persino in un robot gigante alla fine nel combattimento che lo vede contrapporsi al villain: tutto ciò avviene anche nel videogioco.
Graficamente, ci troviamo davanti a un titolo della Sega a 16 bit, quindi il carnevale di colori che ci regala è proporzionale alla potenza che la macchina poteva produrre.
Il comparto sonoro, manco a dirlo, è assolutamente eccezionale e sono certo che anche coloro che non sono mai stati appassionati ammiratori del cantante troveranno, se gli daranno una possibilità, un gioco capace di divertire e tenerli impegnati quel tanto che basta per poterselo godere al meglio.
Insomma, se non l'avete capito, Moonwalker è un titolo importante e merita, lo dico a gran voce (ma senza urletti!) di essere giocato e rigiocato.
Pro
C’è Michael Jackson che balla, picchia e balla ancora: per i fan, un must
Esperimento platform con sezioni di combattimento divertente
Comparto musicale di livello assoluto
Contro
Trama incoerente e quasi inesistente, come quella del film
Gameplay tutto sommato povero e parco mosse disponibili scarno
Longevità piuttosto bassa
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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