di Simon Larocca
27/08/2024
Se chiudo gli occhi, mi sembra di avvertire il profumo leggero delle palme sui controviali e quello di salsedine farsi largo nelle narici, la sensazione della sabbia calda che solletica i piedi e la brezza estiva che scompiglia i capelli (magari!) e accarezza la tavola da surf, solida e attraente come una modella teutonica, piantata sulla spiaggia accanto alla versione immaginaria di me in costume: queste erano le vibes che mi regalava California Games quando ci giocavo tanti anni fa e, ancora oggi, le sensazioni che mi dona sulla pelle sono le medesime.
California Games, che definire titolo iconico non basterebbe per spiegare davvero che cosa ha significato per i videogiocatori come me, ha avuto tante di quelle incarnazioni dalla sua prima versione del 1987 per Commodore 64 che nemmeno Link di Zelda potrebbe vantarne il numero esistente! Poteva forse mancare all’appello il nostro caro, magnifico NES? Ovviamente no: il 1989 è l’anno di California Games sulla prime console a 8 bit di Nintendo e i fan vanno nel cosiddetto brodo di giuggiole.
Le discipline selezionabili sono quelle che hanno consegnato alla storia il gioco in questione: l’half pipe che ci permetterà di trasformarci in novelli Tony Hawk sullo skateboard (non dimenticate le ginocchiere perché cadrete molto spesso e vi farete molto male!), il Surf con le sue spettacolari evoluzioni a cavallo di onde tanto subdole quanto spumeggianti, poi ancora il Frisbee, acrobazie e adrenalina in sella al destriero a due ruote chiamato Bmx, una corsetta sui Pattini a Rotelle evitando pozzanghere e godendo dello sfondo californiano con palme, sole e l’oceano mai così blu fino a terminare con il mio california game preferito: il footbag! In quest’ultima disciplina dovremo effettuare dei palleggi usando varie parti del corpo, come le spalle, la testa e persino il tacco, senza fare cadere la palla sull’erba: accumuleremo punti in base a quanti tocchi riusciremo a fare consecutivamente, ma verrà premiato anche lo stile con il quale giocheremo la nostra partita.
I motivetti musicali che accompagnano ogni disciplina sono destinati a rimanervi in testa per giorni e giorni, mentre vi affannerete nel tentativo di non scivolare più sulle bucce di banana zigzagando sui pattini e far disperare la povera donzella affranta, ancora oggi mi si spezza il cuore per la mia incapacità sulle piccole ruote.
California Games permette di partecipare a tutti i giochi che il titolo offre uno dopo l’altro, come una vera e propria competizione a cinque cerchi, oppure possiamo selezionare solo una o più discipline nelle quali cimentarci e abbattere ogni record.
Forse a questo punto vi starete chiedendo come sia possibile che un videogioco che parla di sport estivi, mare e bellezze sui pattini a rotelle sia così acclamato ancora oggi come sinonimo di spensieratezza e libertà in un ambito, quello dell’intrattenimento domestico, che si basa su ben altri principi: la risposta affonda le sue radici all’alba del videogioco “moderno” e alle persone che, con i sogni di pixel sono cresciuti.
Il suo successo deriva di certo dalla freschezza del suo gameplay e dalla curva di apprendimento a mio parere ben bilanciata (ripeto, cadrete spesso dalla tavola da surf e dallo skateboard ma questo vi fortificherà lo spirito competitivo), eppure è la capacità di trascinare fuori dalla camera la mente del giocatore, chiuso fra quattro pareti con un joypad in mano, magari durante un freddo inverno e con i compiti da fare, o gli esami da sostenere a seconda della vostra carta d’identità: California Games vi fa volare alto, conducendovi nell’epicentro dell’estate californiana con toda la gioia e il divertimento che un gioco del genere poteva, e può ancora, regalarvi.
L’estate sta finendo? No, miei cari Righeira, è appena iniziata.
Pro
Dalla copertina all’ultimo pixel del sottomenù più sperduto, trasuda estate e divertimento come pochissimi altri titoli mai esistiti
Discipline ispirate, alcune difficili da padroneggiare ma quando imparerete triplicherete il divertimento con i vostri amici
Atmosfere sospese dal tempo in un’estate perenne che non mancherà di emozionarvi
Contro
Alcune discipline sono più semplici da giocare di altre, forse un maggiore equilibrio sarebbe stato più auspicabile. Ma non ci fermerà questo, lo sappiamo tutti.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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