di Simon Larocca
18/12/2024
La terra sporca sotto gli stivali, il filo della spada forgiata per la guerra che gronda sangue e orgoglio ferito, elmi spaccati che rotolano e battaglie che mettono a ferro e fuoco nazioni e culture: tutto questo è stato Kingdom Come Deliverance e tornerà a essere, nel 2025, quando l’11 febbraio tornerà sui nostri schermi il gioiello rpg pubblicato dai Deep Silver.
Kingdom Come Deliverance II, giocabile su Xbox, PC e PlayStation 5, ci scaraventa nuovamente in pieno Medioevo, un’epoca piena di luci e ombre dove inganni, tradimenti e battaglie campali per la conquista del potere e di appezzamenti di terra erano all’ordine del giorno. Sono trascorsi quasi sette anni dall’opera prima dei Deep e tutto ciò che abbiamo già potuto vedere in anteprima ci conferma quello che sapevamo (e speravamo): l’epica storia iniziata nel primo capitolo di ascesa, redenzione e indomito coraggio verrà portata a compimento, chiudendo finalmente un arco narrativo in maniera completa.
Settata nel quindicesimo secolo in quella Boemia suggestiva sconvolta da una guerra civile sanguinosa e crocevia di molteplici destini, non solo a livello personale ma di un’intera nazione ovviamente, Kingdom Come Deliverance II mantiene i capisaldi che lo hanno reso famoso e apprezzato da tutta la comunità videoludica internazionale: sviluppato da Warhorse Studios (un nome che è già tutto un programma) e gdr d’azione fino al midollo, con la possibilità di customizzare interamente il nostro personaggio e permettergli di seguire la strada che più riterrà opportuna, questo titolo non rinuncerà alle scelte multiple nei dialoghi che affronteremo con svariati png durante le nostre peregrinazioni. Essendo un mondo aperto, avremo modo di vagare in lungo e in largo vivendo essenzialmente da nomadi guerrieri: cacciare, cucinare e dare fondo alle nostre abilità guerresche saranno solo alcune delle opzioni che ci permetteranno di calarci in pieno nella tragica esistenza di Henry, il maniscalco protagonista del gioco precedente che qui ritorna, animato da un desiderio irrefrenabile di vendetta che non può che essere sedato in un unico, violento atto finale nel nome del sangue.
Il comparto narrativo si prospetta di prim’ordine: ogni azione avrà delle conseguenze che si ripercuoteranno non solo nelle interazioni successive con altri personaggi non giocanti, bensì a livello molto più ampio, con intere città e villaggi che reagiranno a qualsiasi scelta che decideremo di attuare, che sia di piccola o grande entità. Il gioco sembra voler seguire una direzione ben precisa e si concentrerà soprattutto sul percorso interiore di Henry e il suo ruolo all’interno degli ingranaggi mossi da poteri più grandi del singolo: la parabola dell’uomo comune trascinato a forza in una vicenda a più ampio respiro, un archetipo da sempre protagonista di migliaia di storie e leggende, in cui risiede un fascino senza tempo perché sviluppa un legame empatico potente, che siate lettori di romanzi storici o fantastici oppure videogiocatori con un pad in mano al posto di una spada bastarda.
Personalmente, nutro molte aspettative su questo titolo: i giochi di ruolo che traggono ispirazione da eventi realmente accaduti si contano sulle dita di una mano, soprattutto se parliamo di titoli moderni (dal 2000 in poi). Inoltre, la ricerca di accuratezza storica, perfezionabile dopo l’esperimento comunque riuscito, a mio parere, del predecessore, è uno degli obiettivi di Kingdom Come Deliverance II e sono abbastanza sicuro che i ragazzi di Warhorse Studios abbiano imparato le lezioni che dovevano fare loro per regalarci un prodotto di pregevole fattura: un po’ come l’apprendista di un maniscalco, giovane e irruento, che assiste impotente al crollo del mondo in cui ha sempre vissuto e che deve trovare la forza e la volontà di sopravvivere a ciò che verrà dopo.
Nel 2025, lo scopriremo anche noi, nel frattempo affilate le armi e sollevate lo scudo: una tempesta di spade sta arrivando sulle vostre console.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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