di Simon Larocca
10/01/2025
La fantascienza ha molti più punti in comune con il genere fantasy di quelli che si possono immaginare: pur diramandosi in direzioni diverse, entrambi hanno origine dall’immenso recipiente narrativo del fantastico, dove la capacità di immaginare mondi e cieli solcati da draghi va di pari passo con la scia di navi da guerra che sfrecciano su rotte intergalattiche. La portentosa saga di Xenoblade Chronicles è riuscita, a mio giudizio, a ibridare con successo tutto questo e nel 2010, quando uscì su Wii il titolo che dà il nome alla serie, lo dimostrò ampiamente.
Combattimenti in tempo reale, poteri mistici e città futuristiche alternate a villaggi dove la magia riempie la vita di pacifiche comunità simil-medievali, il tutto coadiuvato da un’esperienza immersiva lunga millemila ore: con Xenoblade Chronicles X, in seguito, Monolith Soft fece jackpot ed era solo questione di tempo prima che venisse annunciata sulla ibrida rossonerablu un’edizione davvero definitiva.
Xenoblade Chronicles X Definitive Edition sbarcherà il 20 marzo 2025 e c’è di che esserne felici, vediamo perché. Prima di occuparci della trama del gioco, fondamentalmente in linea con l’idea di esplorazione massiva e battaglie in campo aperto marchio di fabbrica della serie, voglio spendere due parole sulla potenza grafica della console Nintendo, che qui viene spremuta ai massimi livelli, a giudicare dagli screenshot diffusi ufficialmente, e che ci mostrano ambientazione ipertecnologiche e scenari da sogno, pieni di foreste, rovine e suggestivi panorami alieni che da soli valgono davvero il prezzo del biglietto. Come da tradizione Xenoblade, siamo proiettati in un lontano futuro su un pianeta da colonizzare, Mira, ultimo orizzonte di salvezza per la razza umana decimata da una guerra aliena che ha sconvolto il sistema solare:
Mira si rivela essere un mondo acerbo, ma fino a un certo punto: starà a noi e al party che assembleremo individuarne le risorse, conquistarle a suon di battaglie campali e non solo, con un’interessante modalità Minecraft (mi piace definirla così) in cui dovremo gestire ogni aspetto della costruzione della città-capitale di Mira, dal nome forse un po’ pacchiano di Neo Los Angeles, intessendo relazioni sociali tra i nostri personaggi e i vari png, oltre che gli stessi membri del party: nel capostipite della serie, prendevano il nome di Dialoghi Empatici e sbloccarli nell’economia di gioco era un vero supplizio, lo ricordo bene. La speranza è che in questa riedizione di X si possa ovviare a meccaniche complicate retaggio del passato.
La commistione di generi presentata da Xenoblade Chronicles X ne rappresenta la carta d’identità e anche il suo punto di forza: la fase esplorativa alla Monster Hunter è meravigliosa oltre che appagante, chiunque abbia mai interpretato la classe Ranger giocando a Dungeons and Dragons qui troverà pane, e mostri, per i suoi denti, ve lo assicuro. Inoltre, la possibilità di unirsi on line per affrontare sfide sempre più difficili cooperando in missioni di gruppo, modalità questa che sembra davvero strizzare l’occhio al “rivale” di casa Capcom, non può che gettare ancora più interesse su questa edizione definitiva.
Agli albori della serie vi era una sfumatura fantastica molto più marcata, se analizziamo nel dettaglio lo sviluppo di Xenoblade nel corso degli anni, inanellando profezie su profezie sul concetto di Prescelti e mondi che, nonostante la deriva futuristica, auspicavano a un ritorno alle origini, tra verdeggianti paesaggi e la natura che riprendeva il controllo. La tendenza attuale, invece, ha una chiave di lettura orientata al fantascientifico: Xenoblade Chronicles X ne è un esempio lampante, segno che l’evoluzione di una saga è davvero tale solo quando sa reinventarsi, pur mantenendo gli elementi di fondo che ne costituiscono i pilastri.
Con X: Definitive Edition, forse l’evoluzione segnerà un altro passo fondamentale. Non resta che aspettare.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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