di Simon Larocca
28/01/2025
Ne avevo sentito parlare nel 2006 quando uscì, in quei mesi febbrili fatti di notti a Berlino e il caos dei festeggiamenti calcistici, ma poi me ne scordai, colpevolmente, fino a quando non lo giocai l’anno successivo sulla mia PlayStation2, perdonatemi se vado a memoria.
E fu subito amore, sbocciato all’ombra di alberi di ciliegio, o mia Amaterasu: Okami è uno di quei titoli che spezzano le catene del genere videoludico e saltano agilmente, proprio come il lupo bianco in cui si incarna la dea del sole shintoista, dal platform al puzzle game, per approdare infine in qualcosa di nuovo ed entusiasmante.
Dopo averci fatto sognare con PlayStation prima e su Wii dopo, qualche anno dopo, Capcom e il game designer Hideki Kamiya in sella al suo studio Clover hanno annunciato l’arrivo di un sequel ufficiale!
E come potevano chiamare il seguito di Okami, se non Okami Sequel? Che sia il nome definitivo o provvisorio del titolo in questione (io spero in qualcosa di più epico in futuro), ciò che conta veramente è che esiste, non è più un sogno a occhi aperti tra le fronde delle foreste di Nara o il desiderio finale di un Oni pentito per le sue azioni distruttive, ma una solida realtà in divenire.
Il teaser diffuso da Capcom mostra un bosco lugubre e ammantato di ombre prendere vita grazie alle macchie di colore scagliate da un pennello invisibile, subito dopo il calpestio di zampe inquiete, pura potenza animale per una divinità che riprende vita, e colore, mostrandosi in corsa su una vallata baciata dal sole nascente: Amaterasu si presenta quindi così, in maniera spettacolare, un ritorno che sa di leggenda.
Il principio base del capostipite della serie è che la vita rinasce, sempre, in un ciclo infinito di vita, distruzione, morte e rinascita appunto. Attingendo ai dogmi del Tao, da cui Clover trasse in pratica quasi tutta la lore e gli elementi cardine di Okami, accompagneremo la dea Amaterasu, nelle sue vesti di lupo bianco, in un’ineguagliabile ricerca dell’equilibrio e della giustizia divina (letteralmente!). Anche in questo seguito avremo a che fare con demoni e luoghi mistici in decadenza, nei quali dovremo riportare l’ordine e la pace
La peculiarità incredibile del primo gioco era costituita dall’iconico Pennello Celestiale: con questo strumento, il giocatore poteva pennellare su un foglio di carta di riso e così interagire con ambienti e nemici, costruendo ponti e spianando la strada nel primo caso, creando attacchi elementali spettacolari con cui sbaragliare gli oni nel secondo.
La domanda che ha tormentato tutti i videogiocatori dal giorno dell’annuncio è una sola (no, non è vero, ce ne sono molte ma questa è di certo la più importante): il Pennello Celestiale farà la sua comparsa anche nel seguito? La verità è che al momento non vi sono aggiornamenti ufficiali al riguardo, così come la presunta data di uscita è ancora molto lontana dall’essere annunciata.
Questo perché, come lo stesso Kamiya ha già ribadito più volte dopo l’annuncio dello sviluppo del gioco, lui e Clover stanno iniziando praticamente adesso a lavorare sul titolo, quindi non aspettiamoci di vedere Okami Sequel sulle nostre piattaforme di gioco tanto presto.
Però… è già qualcosa. Sapere che il progetto è iniziato ufficialmente, che Amaterasu e la sua odissea sulla Terra è ben lungi dall’essere finita, che le schiere di appassionati non hanno mai smesso di credere in una riproposizione del franchise Capcom, così come la casa madre stessa, e che quel che si dice delle leggende vale anche per chi, videoludicamente parlando, leggenda lo è diventato, come Okami insegna.
Che tu abbia venduto poco o tanto, che siano passati decenni dalla tua ultima apparizione nel mondo degli esseri umani, tutto questo non riveste alcuna importanza, se nel frattempo hai conquistato il cuore di chi, in tua compagnia, ha trascorso ore a pennellare mondi e sognare a occhi aperti un Giappone mai così suggestivo.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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