di Simon Larocca
11/06/2024
Il mercato del videogioco è, appunto, un mercato.
In quanto tale, si avvale delle stesse regole d'ingaggio di qualsiasi altro contesto in cui vige la legge della domanda e dell'offerta: così come in tutta la tecnologia a 'basso costo' diffusa nel mondo (parliamo di cellulari, tablet, laptop, eccetera) e venduta nei negozi. Anche il media videogioco non è escluso da un giro d'affari che, spesso, supera di gran lunga quello della tecnologia 'utile', così come viene definita da chi, di videogiochi, forse non ha mai capito granché.
Al di là di questo, quello di cui vorrei parlarvi oggi non è il metodo universale per riconoscere un prodotto 'fake', ovvero falso, da quello originale uscito dalle fabbriche Nintendo, Sony o Sega, tanto per intenderci, bensì vorrei porre l'attenzione su quanto sia importante conoscere la materia di cui si parla prima di fare acquisti scellerati e ritrovarsi con una copia di Megaman per Game Boy tra le mani, falsa quanto l'Arca dell'Alleanza nei magazzini di una nota azienda.
[Mega Men V fake per Game Boy, per gli amici Mega Fake :) ]
Tralasciando la questione (che io sappia non esistono reperti di questo genere nascosti, ma tutto è possibile in questo strano, pazzo mondo), ho citato Megaman non a caso: il gioco in questione, con protagonista il simpatico e letale cyborg dal casco blu, ha avuto un'incarnazione per la console portatile della Grande N divenuta nel tempo illustre vittima, a causa della proliferazione di copie fake.
Come distinguere un prodotto falso dall'originale, dunque?
Ogni custodia è come se fosse idealmente la carta d'identità di un prodotto, con i suoi codici, i suoi colori, i font dei caratteri e così via.
Se è vero che agli albori era molto più facile ricreare delle copie abbastanza precise, con il passare del tempo e l'aumento dell'attenzione da parte delle grandi case di produzione nei confronti della pirateria, le cose sono drasticamente cambiate. Esempi? La filigrana, che dev'essere di un certo spessore e non un altro, oppure la scritta Nintendo, con i caratteri che devono essere precisamente di quel colore e quelle dimensioni. Parliamo di esami al millimetro, sia ben chiaro: basta una virgola fuori posto per dichiarare 'fake' un gioco, non c'è scampo ed è bene saperlo fin da subito.
Ad esempio nella galleria qui sotto si possono notare colori sfalsati per la nostra copia di Mega Men V, un sigillo Nintendo marrone e non oro, una stampa che finisce sulla curvatura della piega della testata superiore oppure una completa scentratura della stampa ai lati (nel caso del lato CE addirittura storta).
Se invece analizziamo il libretto si noteranno subito le striature della stampa che invece dovrebbero essere omogenee e senza quei "saltelli" nella parte alta, per non parlare della puzza di inchiostro che si sente molto forte.
[Tiratura di colore non uniforme e omogenea]
Infine la combo finale! La cartuccia! Nella galleria qui sotto potrete notare in modo netto diversi problemi come la dimensione della stampa dell'etichetta che è non solo fuori fuoco e con toni accesi, ma con dimensioni ridotte rispetto alle originali (inoltre al tocco è gommossa e fa attrito sulle dite).
La vite di chiusura è totalmente falsa rispetto a quelle a stelle di tutti i prodotti Nintendo e la scocca di plastica esterna tende verso al rosa e non al suo classico grigio. Vogliamo andare avanti parlando dell'elettronica interna? Senza date (la classica 1989) e loghi d'oro ufficiali Nintendo stampati sul circuito è la prova finale della sua falsità.
I collezionisti di oggi stanno molto attenti quando si tratta di distinguere un pezzo 'fake' da uno originale, perché la fregatura, diciamocelo francamente senza giri di parole inutili, è sempre dietro l'angolo: molti sono stati i collezionisti e gli appassionati che hanno acquistato copie false per cifre astronomiche, e questo può essere accaduto per svariati motivi, ma io ne individuo due in particolare, ricorrenti e fatali: non si sono affidati a degli esperti per una valutazione preliminare, tanto per cominciare, oppure è subentrata l'impazienza di metterci le mani sopra e averlo in casa tutto per sé.
Quale che sia la ragione, entrambi sono veri e propri peccati capitali in questo settore.
Le regole del buon collezionista sono tante, dunque: l'umiltà di apprezzare il valore della condivisione con altri collezionisti, così da ottenere pareri e conferme, per esempio, può essere una di queste. Se volete un consiglio, trovate un posto nella vostra città dove esperti e appassionati come voi possano consigliarvi nel modo più giusto e onesto, e diventate amici.
Molto amici.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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