di Simon Larocca
30/07/2024
Dragon Quest, e subito pensiamo a lui, Akira Toriyama e il suo inconfondibile tratto che ha caratterizzato il design dei personaggi di tutti i titoli della saga, dai capitoli principali a quelli spin off. Il marchio inconfondibile del leggendario creatore di Dragon Ball, prematuramente scomparso purtroppo, non deve però influenzare in alcun modo la qualità evidente dei videogiochi di cui stiamo parlando.
Dragon Quest è stato, ed è tutt’ora in Giappone e non solo, il rivale acerrimo di quell’altra serie di JRPG diventata altrettanto iconica nel corso dei decenni, ovvero Final Fantasy. Le differenze di approccio, oltre che di storie e ambientazioni, tra i due colossi videoludici hanno fatto sì che le strade intraprese divergessero praticamente da subito, delineando per Dragon Quest una rotta molto più japan-oriented, subendo meno influenze occidentali in parole povere. Con Dragon Quest III HD2D Remake, un titolo che è davvero tutto un programma, sta per approdare il 14 Novembre 2024 sulle console di tutto il mondo e Nintendo Switch non resterà certo indietro: Square Enix, che sono certo non abbia bisogno di presentazioni, sta per regalarci forse non il suo capitolo più iconico, ma di certo tra i più emozionanti.
Chi vi scrive lo giocò molti anni fa su console portatile, con tutti i limiti che ovviamente possedeva, eppure la magia che trasuda l’epopea dell’eroe, figlio di Ortega, è rimasta per quanto mi riguarda immutata.
Qualche cenno di trama: Ortega viene presentato come un guerriero imbattibile che lascia un’eredità molto pesante a suo figlio (o figlia, perché anche questa è una scelta che ci viene posta all’inizio del gioco e non è affatto banale) il giorno del suo sedicesimo compleanno: mentre noi comuni mortali a quell’età aspiravamo ad avere la PlayStation o il Laser Combat, il nostro avatar riceverà in dono la missione di sconfiggere il demone Baramos, colui che minaccia il mondo e che nostro padre, ahinoi, non riuscì mai a battere definitivamente.
La versione HD2D che potremo finalmente giocare a Novembre, stando alle conferme finora arrivate, sembra che non differenzi poi molto da quella originale a livello di trama, bensì sono altre le novità che verranno introdotte, con lo scopo nemmeno tanto velato di riportare sul piedistallo dei migliori giochi di ruolo di sempre il “vecchio” terzo capitolo, facente parte di una saga che, udite udite, emerse dal calderone degli sterminati titoli made in Japan addirittura nel 1985! Un passo indietro: cosa significa “remake in grafica HD2D”? Una definizione altisonante per descrivere ciò che è in realtà molto semplice, ovvero una tecnica che mescola i classici fondali 2D con la grafica a pixel, rimodernizzata, riveduta e corretta!
Il paragone che calza di più è quello sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori, e io non mi sento di smentirli: avendo giocato anche a Octopath Traveler, non posso che essere d’accordo.
Il sistema di combattimenti previsto non di discosta dalla tradizione di Dragon Quest, quindi avremo tonnellate di nemici casuali che si riverseranno sul nostro party, pronti a farci la festa con le dinamiche a turni che, lo sappiamo bene, o le si ama alla follia o si detestano fino al midollo.
Con una tale bagaglio di esperienza, difficilmente Dragon Quest mancherà i suoi bersagli, ovvero i vecchi fan della serie che sono diventati adulti a furia di lottare contro fastidiosissimi slime e orchi dalle fattezze porcine, ma anche coloro che, appartenenti alla nuova generazione di videogiocatori di ruolo, vorranno trovare un valido motivo per giustificare l’acquisto di tutti gli altri titoli esistenti: credetemi, sono una legione.
Personalmente non vedo l’ora di tuffarmi di nuovo in questa nuova versione, spada e armatura leggendarie sono pronte alla battaglia. E voi?
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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