di Simon Larocca
30/07/2024
Fin dagli albori, la casa delle meraviglie di Kyoto, al secolo Nintendo, ha puntato tutta la line up dei suoi prodotti sul concetto di divertimento, imbastendo campagne di marketing e diffusione capillare della sua peculiare visione del mondo dell’intrattenimento videoludico. Giocare in compagnia, nella totale spensieratezza e condividendo spazi comuni insieme, è sempre stata la chiave di lettura con la quale comprendere appieno titoli come lo storico Mario Golf, Samba de Amigo e la serie Mario Party.
Per quanto riguarda quest’ultima, Nintendo è pronta a gettare nella mischia l’ultima incarnazione della raccolta di party game più famosa di sempre, avendo come mascotte l’immancabile idraulico baffuto: Super Mario Party Jamboree uscirà l’11 ottobre 2024, giocabile esclusivamente sulla sua piccola grande ibrida Switch.
Non ho il potere di leggere nella mente, ma so benissimo cosa state pensando: sì ok perfetto, ma cosa significa quel Jamboree finale? È presto detto, nonostante Nintendo non si sia sbilanciata al riguardo, ma tradizionalmente un jamboree è un momento di ritrovo e condivisione attività tra gli scout, quindi è facile concludere che Mario e i suoi amici, arrivati in un luogo a dir poco paradisiaco, affronteranno una serie di minigiochi divertendosi tutti insieme appassionatamente!
E di carne al fuoco, con la quale divertirsi e fare baldoria anche noi con i joycon tra le mani, ce n’è davvero un bel po’: sono previsti ben 110 minigiochi in totale con i quali sbizzarrirsi tra arrampicate, sparatutto in chiave leggera e competitiva, partite serrate a minigolf (Nintendo ama citare se stessa da sempre, è quasi una tradizione) e raccolta di stelle dislocate su livelli concepiti per enfatizzare la sensazione di vivere una sorta di Giochi Senza Frontiere comodamente seduti in salotto, con amici e parenti.
Pura filosofia Nintendo all’ennesima potenza
Come vi accennavo prima, Mario Party fa del citazionismo autoreferenziale una legge non scritta e la scelta dei livelli di gioco ce lo grida a pieni polmoni: la Galleria Arcobaleno e il Castello di Mario, tanto per citarne due, sono presenti in molti altri giochi, anche quelli non platform e appartenenti alle saghe principali. I giocatori di Mario Kart, in particolare, troveranno ambientazioni molto familiari nelle quali cimentarsi con le sfide pensate per loro. Il livello di divertimento e di competitività si alza esponenzialmente nell’istante in cui decideremo di portare la sfida on line: con un nome che è tutto un programma, ossia Bowserathlon, ci sarà una modalità progettata per far gareggiare tra loro ben venti utenti, il cui scopo sarà segnare i punteggi migliori sui tabelloni condivisibili e in costante aggiornamento.
L’ingegno e le capacità logiche dei giocatori verranno messe alla prova con una curva di apprendimento pensata, grazie all’esperienza decennale degli sviluppatori, per favorire una rapida acquisizione delle meccaniche di ogni minigioco. In questo modo, il pericolo della frustrazione viene bandito ancor prima di mettere piede nel variegato mondo di Mario Party, scongiurando così un’altra minaccia ancora più insidiosa, ossia l’affossamento della rigiocabilità con conseguente abbandono del gioco sullo scaffale impolverato.
Insomma, più che un seguito spirituale del Super Mario Party uscito su Switch sei anni fa, si ha la netta sensazione di trovarsi al cospetto di un nuovo titolo della serie che vuole superare di gran lunga tutto ciò che è stato fatto finora, puntando su una longevità massiva e la varietà di minigiochi che, secondo Nintendo, potrà far felici tutte le tipologie di videogiocatori, da quelli casual che sanno a malapena impugnare un joycon, ai professionisti da competizione per i quali ogni Mario Party non ha più segreti.
Fino a oggi. O meglio, fino a ottobre quando il resort estivo e multicolore di Nintendo aprirà le porte a una nuova generazione di party games.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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