di Simon Larocca
30/04/2024
L’ultima canzone. Un titolo di per sé suggestivo, parole che evocano malinconia e un senso di chiusura dal forte impatto narrativo. Eppure Enotria: The last song, videogioco action dalle evidentissime connotazioni soulslike che vedrà la luce sui nostri schermi videoludici il 19 Settembre 2024, rappresenta l’inizio di un’avventura dal sapore epico e quanto mai intrigante, che potrete gustare anche su PlayStation 5.
Sviluppato da Jyamma Games, software house il cui nome non deve trarci in inganno, perché dietro di esso sono schierati professionisti italiani che hanno fondato l’azienda inizialmente proponendosi come indipendenti e che con Enotria stanno per spiccare il cosiddetto grande salto, dopo alcuni giochi mobile e interessanti prodotti dal gameplay che strizza l’occhio al mondo arcade in modo innovativo.
Enotria: The last song ci porta dietro le quinte del mondo visto come un immenso spettacolo teatrale (non solo a livello metaforico) nel quale gli attori rimangono intrappolati, prigionieri tra le spire di carta del Canovaccio, il copione dove solitamente ritroviamo battute, dialoghi e gesti che gli attori devono recitare per calarsi nei personaggi interpretati: in questo caso è la mano malvagia che cala su di noi, costringendoci in un perenne immobilismo che può essere sconfitto solo dal nostro alter ego, il Senza Maschera.
Bastano queste poche righe di trama per mostrarci tutto il potenziale del gioco e la sua potente forza narrativa, densa di significati profondi e che strizza l’occhiolino alla società moderna, con riferimenti metaforici al mondo moderno in cui viviamo che, bene o male, ci trattiene tutti in una prigione che non ha sbarre, bensì schermi e like.
Al di là delle considerazioni filosofiche, Enotria si propone con prepotenza come una ventata di freschezza, un setting originale e interessante, personaggi misteriosi e dal design accattivante e una longevità soddisfacente.
Unreal Engine 5 costituisce di per sé un valore aggiunto per lo sviluppo di macrolivelli a mondo aperto (alla fine l’open world è questo, un enorme scenario frammentato in più zone sbloccabili proceduralmente), tuttavia a destare interesse, soprattutto in chi scrive al momento, è la presenza di elementi di stampo gioco di ruolo con il quale potremo customizzare il personaggio principale ma anche avere ripercussioni sul gameplay.
Di fatto, garantendo varietà e ulteriori stimoli nel giocarlo.
Il passaggio da un prodotto spiccatamente indie a un titolo di serie A, obiettivo che dichiaratamente si propone Enotria, non è esente da tutte quelle “chicche” che devono essere necessariamente inserite: ecco dunque una grande varietà di maschere che il protagonista potrà indossare, aumentando così il parco poteri di cui potrà disporre per affrontare i numerosi, e differenziati, nemici che incontrerà lungo il suo cammino periglioso (l’influenza da palco teatrale mi sta prendendo la mano)!
Il trailer visionato mette in scena una grandiosa resa grafica, piena zeppa di dettagli che, ne sono certo, faranno la differenza quando si tratterà di tirare le somme del gioco. Ambientazioni gotiche e castelli diroccati situati in mezzo a rovine dal sapore decadente si alternano ad arene aperte, con la sabbia che danza sotto gli stivali dei combattenti impegnati in scontri all’arma bianca particolarmente roboanti, senza far venire meno quella componente strategica nell’approccio ai duelli, di chiara scuola rpg, almeno nelle intenzioni dei Jyamma Games.
Insomma, Enotria: The last song si erge all’orizzonte con la statura necessaria per sgomitare e farsi largo nella folla, inoltre l’esperienza di sviluppatori italiani promettenti, e in grado di infondere qualcosa di nuovo alla ribalta dei videogiochi soulslike disponibili sulle console di nuova generazione, fa ben sperare.
Indossiamo la Maschera e saliamo sul palco, lo spettacolo sta per cominciare.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
Simon Larocca
Scrittore e socio di Retroedicola Video Club
Mi chiamo Simon Larocca, e sono un videogiocatore, collezionista e amante della cultura pop in tutte le sue forme. Vado al cinema ogni volta che posso, leggo da quando porto gli occhiali, quindi da sempre, e ho la passione per lo storytelling in tutte le sue forme, così dirompente da farla diventare una professione. Ma come direbbe Doc di Ritorno al Futuro, non ci sarebbe presente se non si guardasse al passato con rispetto e ammirazione, ed è il Simon bambino di più di trent’anni fa, anno più anno meno.
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